CAPITOLO I - LA STORIA (viam tot nationibus in Italiani aperirei), parole che avrebbero per Aquileia un valore di riconoscimento grandissimo della sua funzione futura, se potessimo essere certi che riproducono non un pensiero Liviano, che la storia successiva di questa città ben poteva conoscere, ma un’opinione corrente al tempo al quale egli la attribuisce. Resta accertato in ogni modo che in queU’occasione i legati Aquileiesi chiedono con insistenza contro le minacce dei barbari vicini, Istri ed Illiri, una cinta di mura, il che significa che la città ancora nessuna ne possedeva. Sarebbe assurdo ritenere che solo la « scappata » del console Cassio avesse persuaso gli Aquileiesi della necessità di premunirsi contro gli assalti dei barbari, necessità che pare non avessero avvertito i coloni di dieci anni innanzi. Probabilmente ragioni più profonde avevano spinto gli Aquileiesi a cotesta richiesta : un più vivace contatto coi popoli della montagna, premuti forse da popoli retrostanti e attratti naturalmente verso la prosperità e la ricchezza della nuova e già fiorente colonia, l’ardore e l’eroismo degli Istri nelle guerre da poco combattute, ma non per anco compiute, una più viva coscienza anche della precarietà del loro possesso, finché non fosse raggiunta e saldamente tenuta la linea delle Carniche e delle Giulie. La disobbedienza di Cassio e altre preoccupazioni politiche distolgono però il senato, che in un primo tempo aveva consentito, dal cedere alle istanze degli Aquileiesi e solo qualche tempo dopo (nel 169a) (1) esso delibera che sia accresciuto di 1500 famiglie il numero dei coloni ; la sistemazione di questo nuovo contingente viene affidata al triumvirato T. Annio Lusco, P. Decio Subulone, M. Cornelio Cetego, il quale ultimo era stato uno degli ambasciatori del senato al console Cassio. Anche questa notizia così importante e d’altra parte così logicamente coerente collo svolgersi degli avvenimenti che precedono, non è per noi senza oscurità e incertezze; come mettere in rapporto p. es. il numero di 1500 famiglie qui enunciate con i 3000 coloni e più del primo nucleo coloniale, così da formarci l’idea della entità della popolazione aquileiese durante la fine del 11 sec.a ? Se la cifra data da Livio dei coloni del primo nucleo è, come pare, la cifra dei capi famiglia soltanto, cioè degli uomini maschi in età militare, il numero degli abitanti di Aquileia nei primi anni si dovrà portare circa ai 10.000 ; col secondo invio potrebbe così avere raggiunto la popolazione di circa 15.000 individui, che potrebbe sembrare adattarsi alla vero- (1) Liv., XLIII, 17, 1. — 22 —