MAGISTRATI VARÍ procinto di partire con la famiglia ; in tale caso la lettiga rappresenterebbe parte dell’equipaggio d’onore del defunto; invece secondo il Majonica la lettiga così detta sarebbe una edicola con un dio. Certamente l’abitudine di rappresentare su bassorilievi funebri magistrati nella pompa della loro carica pare che non sia infrequente (1), sicché la interpretazione del Rostovtzeff ha molta probabilità di cogliere nel vero. Meno persuade l’interpretazione del simbolo antistante che forse potrebbe semplicemente alludere all’aquila romana, simbolo particolarmente significativo, come si è visto ad Aquileia, che traeva il nome, secondo la credenza popolare, dall’aquila appunto. Il Poulsen invece accosta il bassorilievo ad altro bassorilievo dell’arco di trionfo di Salonicco (2) del IV sec. circa, in cui è rappresentato Galerio che esce da una città ed entra trionfalmente in un’altra. Il Poulsen riconosce che il tipo dovette avere larga diffusione perchè passò anche all’arte cristiana (3). Circa i magistrati rappresentati il P. osserva che secondo gli autori (4) i praefecti urbi hanno due littori da Cesare istituiti; e in età imperiale li hanno nella provincia : i curatores viarum et aquarum e i praefecti aerarii militaris e durante i giochi i magistri vicorum ; naturalmente non hanno scure. Invece il bastone che ha la figura principe è lo scipio eburneus che l’imperatore dà ai consolari e alle persone più altolocate. Accanto al senato municipale e ai IIII viri di emanazione locale saranno da nominare, prima di venire a toccare degli amministratori di origine e autorità governativa, i patroni, personaggi, come è noto, assai ragguardevoli in Roma e nell’impero che venivano creati con tale titolo come naturali tutori delle singole città che si fregiavano dell’onore di porsi sotto il loro patronato. Conosciamo parecchi patroni di Aquileia, alcuni dei quali ebbero anche statue d’oro collocate nel foro forse della città (5). Il più remoto nel tempo di cui abbiamo memoria pare che (1) Lo stesso Rostovzeff (tav. LIV, 1) presenta uno speculmtor della Mesia sopra un carro. (2) Kinch K. F., Lare de Triomphe, tav. VI, 20 e seg. (3) Wilpert, L’ultimo viaggio nell'arte sepolcrale classico-romana, in Atti Acc. Pont. Arch., s. III, voi. Ili, 1925, 61-72; cfr. anche Fr. Lanzoni, La catechesi di S. Filippo Diacono nell’antica scultura cristiana in Riv. Arch. Crist. I, 1924, 140-45. (4) Suet., Jul. 76 ; Dio Cass., 43, 48. (5) Cfr. Brusin, Guida 36-37. — 281 —