LE VIE anche ad un primo sguardo appare come costituita per quanto sappiamo fino ai tardi tempi in servigio della città (1). Nulla sappiamo di molto certo circa le vie preromane nella regione e solo per congettura possiamo ammettere che per esempio la via della Selva Piro e del Frigido sia stata percorsa da numerosi popoli che fino dalle età più remote si affacciarono alla pianura Friulana (2), mentre non possiamo negare che dalle vie di occidente altri popoli raggiunsero in direzione opposta il territorio Aquileiese, ultimi forse i Romani colonizzatori. Se però teoricamente possiamo con facilità porre l’ipotesi generale, quando affrontiamo il problema nei suoi particolari lo vediamo subito irto di difficoltà, alcune per ora insormontabili, chè solo una indagine, più ricca di quello che oggi possa essere, delle stazioni preistoriche può guidare a qualche meno incerta congettura. Si tratta essenzialmente del problema dei passi alpini (3) accessibili ai popoli antichissimi e di quello della navigazione lagunare e marittima e dei suoi approdi soprattutto per opera dei Veneti, perchè esso certamente, ove fosse definitivamente risolto, darebbe la chiave di volta per risolvere anche il problema stradale preistorico delia pianura. Allo scopo tuttavia che si propone il presente lavoro non occorre risalire così addietro nel tempo, se non per riconoscere genericamente che i Romani probabilmente rifecero alcuni dei tracciati di strade che già solcavano quel territorio in tempi più antichi. Basterebbe perciò considerare lo sviluppo che tali strade ebbero in età romana dal tempo della repubblica a quello dell’impero. Se non che anche qui i dati ci fanno in gran parte difetto, perchè delie strade repubblicane non abbiamo quella conoscenza perfetta che si richiederebbe per il nostro assunto. Alla diretta conoscenza dei residui archeologici può in parte supplire solo la considerazione di alcune direttive politiche che (1) Che la rete stradale già dimostri per se stessa l’importanza di Aquileia, lo ripete anche recentemente il Cartellieri in Philol. Suppl. XVII, 1926, 18. (2) Cfr. Liv. 39, 45, 6; e il cap. I, 9-10; cfr. Pancini, I Galli discesi dalle Alpi orientali, in Pag. Friul. V, 1892, 25-28; Leicht, Breve storia del Friuli, Udine 1923, 7. (3) Passi alpini noti ai popoli preistorici furono certamente quello di Monte Croce ; cfr. A. B. Meyer, Gamia in Obergail, Dresda 1885 ; il tracciato della via Claudia Augusta è pure preistorico : Menghin, Arch. d. jiing. Steinzeit Tirols, in Jahrb. f. Altertumsk. VI, 1912, 12 e seg. ; cfr. Cartellieri, op. cit., 46. — 249 —