FERONIENSES AQUATORES probabilmente come primo, mentre dall’altra parte della epigrafe si legge T. Kanius M[elior nome integrato sull’esempio di un’altra iscrizione che vedremo ; nella medesima iscrizione degli aquatores è poi nominata una Sartia Procil[la e insieme un L. Mineius Helenus. Ora una epigrafe funebre (1) apposta al monumento della gens 'Kania ricorda accanto a molti T. /partii anche a un T. K.anius T. I. Melior e una franici Januaria, il che ci assicura che siamo in presenza di membri della medesima famiglia a cui appartengono gli aquatores ricordati di sopra; nè basta, chè uno dei doni votivi a Feronia di T. I^anius Januarius è offerto in memoria Mirtei Prisci fil. (2) e ricorda pertanto un membro della gens Mineia. Gli altri aquatores sono, come si legge, nella epigrafe :......... \Pellia; Q. Fabius Jeniseus ; Varia Phi[ e pochi altri, di cui non è possibile fissare l’onomastica tra le lacune della epigrafe (3). Se di un collegio si tratta si dovrà ritenere che vi appartengono anche le donne (4). A completare, riprendendo la visione dell’industria dell’abbigliamento in Aquileia, dobbiamo ancora ricordare il ealigarius Domnius che paga con la moglie alcuni piedi quadrati del pavimento a mosaico della basilica di Grado (5), e che è quindi un fabbricante di caligae militari e anche forse di calzature di altra specie ; va aggiunto anche il ricordo di un altro calzolaio forse più antico di questo che è rappresentato sopra una stele della Beligna scoperta nel 1906 (6). Un interessante cenno del commercio Aquileiese del papiro leggiamo in San Gerolamo in una lettera che egli indirizza a Cromazio, Giovino ed Eusebio in Aquileia per lamentarsi che essi gli scrivessero troppo brevemente ; essi, aggiunge lo scrittore, non sono certamente giustificati dalla mancanza della carta, perchè l’Egitto pensa a rifornire abbondantemente anche Aquileia (char-tatn defuisse non puto Aegypto ministrante commercia) (7). (1) IL. V, 1270. (2) IL. V, 776 = Dessau 3483. (3) ]ie Facilini s; Simie Honiadae ; Docili f. Maior. (4) Waltzino, Corp. prof. I, 349 n. 5. (5) IL. V, 1585 ; cfr. Calderini in Rend. Ist. Lomb. s. II, voi. XL, 1907, 529 e seg. (6) BJÓI. XI, 1908, 8. (7) Ep. VII, 18 b; cfr. C. Paoli, Del papiro, Firenze 1878, 32; BlOmner, Technol. l2, 313; Schubart, Papyruskun.de, in Gercke Norden, Einleitung I3, 9, 1924, 27 e eeg. — 327 —