CAPITOLO II Cenni di topografia Aquileiese Il titolo che premetto a questa parte del mio libro dice già per sè stesso che non mi sento in grado di offrire al lettore molto più che alcune indicazioni, in gran parte attinte da opere altrui, sopra la topografia Aquileiese, indicazioni indispensabili per l’intelligenza del resto del volume, ma ancora troppo lontane da quella completezza che sarebbe desiderabile e che anzi è desiderata. La verità è che non solo non mi sento in grado io ora di affrontare i problemi della topografia Aquileiese, ma che allo stato attuale delle nostre conoscenze, nessuno può ora essere capace di scrivere un trattato su tale argomento, prima cioè che la riorganizzazione soprattutto delle carte del Majonica e gli scavi che si stanno eseguendo, abbiano a fornire quei dati di importanza capitale che ancora ci mancano. Verrò perciò indicando alcuni elementi per le future ricerche, avvertendo che l’indagine eseguita sul posto con mezzi nuovi potrà essa sola consentire la conferma o il rifiuto di quanto si viene oggi asserendo in proposito. Le cause di tale tristissima condizione dell’indagine sulla topografia Aquileiese stanno così nella dispersione alla quale il materiale di scavo andò soggetto in ogni età, come nel metodo con cui gli scavi, anche sistematici, vennero eseguiti sotto la direzione per esempio dello stesso Majonica, per non parlare di scavatori più antichi e più inesperti. Per chi sappia quanto importi per la impostazione stessa di un problema topografico l’esatta conoscenza del luogo e del modo dello scavo, può bastare anche il già detto, per dare un’idea dell’imbarazzo e della impossibilità di molte di queste ricerche Aquileiesi. Per quanto riguarda la dispersione del materiale scavato ad Aquileia e nei suoi dintorni, basti ricordare, anche fatta astrazione — lxxvi —