CAPITOLO I - LA STORIA di Aquileia, sono Cassiodoro (1) ed Ennodio (2), perchè pur dissentendo da Giordane e sostenendo che Odoacre resistette all’Isonzo e fu sconfitto qui per la prima volta, non annunciano affatto che tale efficace difesa fosse stata quella della città che era servita di baluardo per tanti secoli agli invasori (3). Un’altra riprova della perduta importanza di Aquileia (4) nel sec. VI l’abbiamo nel resoconto del passaggio di Narsete nel552p; perchè gli storici, e in primo luogo Procopio, nel descriverci il passaggio dell’esercito suo per la via costiera del Veneto dall’illirico a Ravenna (5), cioè dalla via che passava per Aquileia, non dice parola di questa città e ci fa anzi supporre per il modo con cui descrive il passaggio dell’esercito presso la foce dei fiumi su ponti di barche improvvisati, che i ponti della vecchia via costiera fossero ormai rotti e abbandonata la via stessa, appunto perchè più non interessava il traffico della città decaduta (6). E infine i descrittori della discesa in Italia di Alboino nel 568p (7), se ci riferiscono della fuga del vescovo Aquileiese Paolino I dalla città a Grado (8), per sottrarsi alla crudeltà e alle stragi dell’ invasore, e implicitamente ci sono testimoni che Aquileia prima di quell’anno ancora esisteva e ancora era abitata, ci informano anche concordemente che la città non aveva più alcuna possibilità di (1) Chron. (Patr. Lat. LXIX, col. 1247 A): Theodoricus intravit Italiam; cui Odoacer ad Isontium pugnam parans victus cum tota gente fugatus est. Eodem anno repentino conflictu Veronae vincitur Odoacer. (2) Panegyr., in Patr. Lat. LXIII, 174. II patto è tradotto dal Paschini, in Mem. Sior. Forog. Vili, 1912, 172. (3) Non si pensi per questo che la regione dovesse essere al tutto desolata ; ne abbiamo una prova indiretta in una lettera a Verano Saione di Teodorico (Cassiod., Var. V, 10) con cui raccomanda che i Gepidi che debbono attraversare ia Venezia e la Liguria debbano passare sub omni moderatione. Cfr. Var. V, 11. (4) A dimostrare la poca sicurezza dei dintorni di Aquileia verso il principio del sec. VI può forse valere l’epistola di Ennodio V, 21 (Mon. Germ. Hist. VII, n. CCXLV1II). (5) Procop., Bell. Vili, 26, 23-25. (6) In Pelaq., Ep. 4 è nominato però Paulinus Aquileiensis pseado-episcopus negli anni fra il 555 e il 560. (7) Paul. Diac., Hist. Lang. II, 7-9. (8) Paul. Dial., Hist. Lang. II, 10. Sulla confusione fra Paolino, patriarca di Aquileia nel sec. Vili e il patriarca che fuggì alla venuta di Alboino, vedi Patr. Lat. IC, 18-21. - 88 —