CONCLUSIONE studio della natura e della qualità di tali culti, il materiale che abbiamo, anche nella condizione attuale della nostra conoscenza può essere molto proficuo ; tanto più proficuo se possiamo giovarci, come abbiamo fatto, dei confronti con materiali delle regioni contermini e con le conclusioni generali più sicure della scienza attuale. Così alla probabilità che esistessero un tempio privato di Giove e uno di Minerva già in età repubblicana, possiamo contrapporre la certezza ricavata da documenti sicuri che in età imperiale erano sorti ad Aquileia i templi delle seguenti divinità : Beleno, Giove, Silvano, la Bona dea con l’edicola di Fonione e il culto delle Parche, Dispater ed Aeracura, Mitra, Iside, Marte Gradivo, Mercurio, Minerva, la Magna Mater, le lunones e almeno un’ara delle Vires, e con probabilità un tempio ad Esculapio ed igea, uno a Venere, a Diana, a Feronia (1). La presenza (2) degli Augustali in gran numero ci dà poi la certezza che un tempio vi fosse dedicato al culto delle divinità dell’impero (3). Un numero così notevole di edifici templari, che con tutta probabilità dovrà essere accresciuto ancora di qualche unità per raggiungere la cifra reale, ci dà subito, in confronto con città a noi note (4), la impressione dell’importanza di Aquileia in età imperiale ; il riflettere poi intorno alla qualità di codesti templi, alla probabile origine dei loro culti e alla varietà e natura dei loro cultori contribuirà a rendere coteste impressioni anche più forti. Premetto che secondo Erodiano la religiosità degli Italici, e sono gli Aquileiesi di cui intende parlare, è grandissima e specialmente si esplica per mezzo della epatoscopia e dei yjr\