INTRODUZIONE - CAP. I nel suo amore per la campagna, celebrando Aquileia per la vicinanza del Timavo e per le ville e le selve dei dintorni (1); Tacito nelle Storie illustrando le vicende della città durante le lotte tra Ottone e Vitellio e al tempo dell’avvento di Vespasiano (2) ; Sve-tonio, riportando anch’esso notizie dell’avvento di Vespasiano ed episodi della vita di Augusto e di Tiberio (3) ; Appiano ha un breve cenno intorno alle incursioni degli Japodi (4), e alle sventure che non credo particolarmente Aquileiesi di Decimo Oiunio Bruto (5) ; attestazioni tutte che per il modo stesso come sono fatte dimostrano la importanza e la generale conoscenza nel pubblico romano di codesta città assai più presente alla loro cognizione di quanto non sia a noi che la ricerchiamo attraverso codeste poche e sporadiche citazioni. Scarse sono le notizie Aquileiesi che ci forniscono ancora altri scrittori del II sec. d. Cr., in contrasto sensibile con quelle invece del III e del IV. Tolomeo (6) vi dedica qua e là qualche riga della sua opera già così scarna; Galeno nomina la pestilenza che scoppiò in città e nella regione nel 169 d. Cr. (7); Giustino accenna ad Aquileia esponendo la sua teoria sull’etimologia dell’Istria e dell’Istro (8); e Ateneo parla di certi particolari frutti della campagna Aquileiese (9). Solo nel III secolo troviamo per la prima volta uno scrittore che si indugia più a lungo nella descrizione di Aquileia e delle sue vicende, Erodiano ; accanto a lui va nominato il perduto Dexippo e forse un ignoto scrittore latino di storia imperiale (10). (1) Epigr. IV, 25. (2) Hist. II, 46, 85 ; III, 6, 8 ; vedi pp. 38 e seg. (3) Aug. 20; 776. 7; Vespas. 6; vedi pp. 33 e seg. (4) lllyr. 18, 1. (5) Bell. Civ. III, 97-98: il racconto è ben noto: Decimo Oiunio Bruto inseguito dalle milizie di Antonio e di Planco nel 44a e abbando-dato dai suoi, fugge per andare in Macedonia senza passare da Ravenna e da Aquileia ; fa un lungo giro pertanto e si trova al Reno ; lo attraversa con pochi e travestitosi da Gallo si dirige su Aquileia ; ma è sorpreso da ladroni Galli e portato da un re Celtico Carnilo che Io tradisce ad Antonio. (6) II, 13, 3; III, 1, 29; VIII, 8, 2. (7) De praenot. 9 ; de libris prop. 2 ; cfr. pp. 46-47. (8) XXXII, 3. (9) Athen., III, 82 c. (10) Vedi a pp. 58-9; e per le fonti esamina Homo, La grande crise de l’an 238 ap. Cr. in Rev. Hist. 1919, CXXX1. 209-64; CXXX1I, 1-38. — XII —