PREFAZIONE II volume che dopo alcuni anni di lavoro, presento ora agli studiosi, ebbe, quando fu concepito, due scopi principali: il primo di fornire una trattazione moderna, possibilmente al corrente di tutto quanto è noto finora intorno alla grande colonia Romana del-l’Alto Adriatico, compito tanto più urgente in quanto la pur vasta mole di lavoro eseguito e di ritrovamenti fatti, era dispersa in cento pubblicazioni frammentarie e spesso difficili da rintracciare, e non di rado era costituita dal sovrapporsi di opinioni in contrasto, che si ignoravano talvolta tra loro, oppure si ripetevano senza ordine e senza disciplina. L’altro scopo era di mostrare che allo stato attuale delle nostre conoscenze, e soprattutto allo stato in cui si trovava il materiale epigrafico ed archeologico pubblicato e da pubblicarsi, nella condizione di abbandono o quasi in cui erano lasciati gli scavi, ancora senza mezzi per proseguire l’opera cominciata dagli Austriaci e continuata dai soldati Italiani durante la guerra e l’armistizio, si era ancora troppo lontani dalla possibilità di scrivere un libro presumibilmente completo sopra Aquileia Romana. Se non che, man mano che il lavoro procedeva e con esso si acuiva l’amore dell’argomento prescelto, mi parve sempre più indispensabile promuovere, come base necessaria del lavoro stesso che venivo preparando e di ogni lavoro futuro, un movimento di riassetto della archeologia Aquileiese, che permettesse col tempo di compiere ciò che per ora mi appariva impossibile e prematuro. Secondato mirabilmente, e posso dire fraternamente, dal Direttore del Museo di Aquileia, prof. Giovanni Brusin, che colgo qui l’occasione graditissima di ringraziare anche per tutte le agevolazioni di