CAPITOLO II - LA RELIGIONE primo luogo Silvano (nn. 20, 25, 54, 55, 56, 59, 61, 64, 66, 71), quindi Beleno (nn. 15, 35, 36, 47, 79, 81), Esculapio ed Igea (n 57), Diana (nn. 19, 75), Liber (n. 32), la Terra tnater (n. 10), Mitra (n. 14), Iside (nn. 40, 80), Nemesi (n. 67), Fors Fortuna (n. 78), le Junones (n. 39), e le Vires (n. 62) : tra queste divinità alcune, come abbiamo visto, sono designate anche con l’epiteto Augustus (1) : fra esse poi ve ne sono alcune di cui siamo certi che il culto non era romano (2) ; l’intervento degli Augustali nella loro venerazione imprimeva ad esse carattere e significato nazionale (3). Quando si vogliano dai documenti qui raccolti ed esaminati (4) ricavare conclusioni riguardo ai culti praticati in Aquileia romana, anzi si vogliano mettere a profitto per contribuire a risolvere e a prospettare problemi anche più generali, ci si presenta subito assai grave il quesito della loro cronologia. È evidente infatti che ove potessimo disporre il materiale raccolto in una rigorosa serie cronologica, esso ci fornirebbe elementi preziosi per una completa utilizzazione. Poche invece sono le iscrizioni o le citazioni di autori a cui si sia in grado di fissare una data sicura (5), mentre tutte le altre attestazioni si possono al più circoscrivere in un’età che va dal I al III secolo d. Cr., età nella quale il distinguere nettamente le epoche di evoluzione ci riuscirebbe particolarmente interessante. Che se nei rispetti della storia di tale evoluzione una revisione accurata delle epigrafi, paleograficamente considerate, può dare ancora utili frutti, è certo in ogni modo che agli effetti dello (1) Cfr. Mourlot, op. cit. 80. (1) Cfr. Mourlot, op. cit. 97. (2) Sul valore politico del sevirato Aquileiese discorrerò nel capitolo riservato alla esposizione e alla critica della vita politica e amministrativa di Aquileia. (3) Sono rimaste escluse dalla possibilità di utilizzazione parecchie epigrafi mutile, che rappresentano però ex voto a divinità: IL. V, 850; 851; 1245; 8220; 8255; 8258: cfr. Pais 119 = Arch. Th. XV, 1889, 283; 7259; 8264; Pais 171 ; Arch. Tr. XXI, 1896, 350 n. 80; MCC. XIX, 1893, 61 n. 54, 62 n. 56, 62 n. 61 ; 114 n. 9. Vedi anche MCC. XIX, 1891, 42 n. 107 mutila e forse religiosa ; noto qui : una testa di marmo rappresentante forse una dea di città; MCC. XIX, 1893, 154 n. 23. L’iscrizione dea Robigo data dal Bertoli, Le antichità di Aquileia 109 è falsa ; cfr. IL. V, 56* ; cfr. invece NÉ. 1924, 157 e seg. (4) Le iscrizioni sicuramente datate sono pochissime, e sono state indicate nelle liste precedenti. - 184 —