— 28 — Scipione Carteromacho da Pistoia e Battista Cazali da Roma '). Simili incarichi infine si riscontrano di nuovo nel 1523 e 1528 e hanno riferimento solamente a città dell’ Italia settentrionale, (specialmente Venezia), il che dimostra che a preferenza in queste regioni si cercano maestri Ragusa ci tiene molto alla fama dei propri maestri e quando ne può avere degli eccellenti non risparmia le spese. Comunemente vuole un «docto morigerato et exercitato rector della scuola» 3), ma spesso tenta di ospitare anche «famosi et egregi viri». Ci riesce con Daniel Clarius da Parma a cui Aldo Manuzio scrive nella dedica di una sua edizione: « Optime igitur tu mi Clari, in praestanti ista et opulenta urbe Ragusio juventuti consulis, qui eam et graece et latine simul, ut praecipit Quintillianus, summo studio ac fide jam multos annos, pubblico conductus stipendio, doces » 4) ; ci riesce con Gerolamo Calvo, i cui epigrammi latini lo rivelano buon verseggiatore ; ci riesce col poeta Leonardus de Taurino, col de Diversis, organizzatore ottimo e pregevole scrittore, con Ma-rinus Becichemus Scodrensis, noto erudito albanese, che dall' Italia (dall’ Univ. di Padova) quale « doctissimus vir, publicus bonorum artium professor celeberrima» due volte viene ad impartir lezioni alla gioventù ragusina (1494-96, 1508-1510, donde a Brescia); ci riesce infine con insigni umanisti e propri cittadini quali Elio Cerva (invitato a insegnare a Venezia) e Georgius Benignus, che dell’ Italia fanno una seconda patria. Non ci riuscì invece, ma tentò di ospitare ed ammirare nelle umane scienze il celebre Demetrio Calcondila, profugo ateniese e umanista a Firenze °). Ma già il solo tentativo è significativo ! La Chiesa, conforme a secolare tradizione, svolge alacre e possente opera di incivilimento anche a Ragusa. 1 suoi vari ordini monastici la sua i) A. K Matas: ib-, 15. 17. s) A. K. Matas: ib., 15, 17. 3) A. K. Matas: ib., 15, 17. 4) Secondo il saggio di Emile Legrand in « Bibliografie hellénique etc. au XV. et XVI siècle , Paris, 1885, I, 45-46. 5) Comunemente si ritenne e si ritiene che Demetrio Calcondila sia stato a Ragusa, facendo tesoro di un atto raguseo del 4 agosto 1490 (Cons. Rogatorum), in cui il detto umanista è invitato ad abbandonar Firenze per recarsi a Ragusa. Ma non c’ è nessun documento il quale comprovi essere stato egli a Ragusa. Anzi si sa che il 16 giugno 1491 era ancora a Firenze e il 4 maggio 1492 a Milano, dove rimase più tempo. Resta dubbio quindi che egli sia stato proprio a Ragusa. Cfr. su ciò l’op. di Emile Legrande, I p., XCIV s. e II, 308-310. C. Jirecek: « Der rag. Dichter S. Mencetic •, «A. f. S. Ph. », XIX, 36. — Becichemo era a Ragusa anche corrispondente di Venezia; cfr. Sanudo in « Arkiv za jug. pov. », p. IV, 328.