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        Comissabundos traducere leniter aevum.
76. comissabundos da comissor (gozzovigliare) - X(u/(d^O), cfr. anche avyy.M/idCoì (Pind. 01. 10, 16; Luciano, Il Sogno, III, 37). — traducere leniter aevum, emistichio di Orazio, Epist. I, 18, 97; la stessa frase in Resti, Sat. XVI, 230-231: per il concetto e l’espressione cfr. anche Cic. Tusc. Ili, 11, 25, si volumus hoc quod datum est vitae tranquille placideque traducere. Meglio — conclude ironicamente il Resti — spassarsela in lene allegria, che viaggiare a fatica senz’alcun risultato. Cfr. Prop. I, 17, 15-18, Nonne fuii melius dominae pervincere mores (Quamvis dura, tamen rara puella fuit), Quam sic ignotis circumdata littora silvis Cernere et optatos quaerere Tyndaridas? Si pensi all’arguzia del titolo: gli amici si son voluti recare a Meleda e Lagosta, patria loca, come in paesi stranieri, per studiarne le costumanze (peregrina ri = viaggiare all’ estero, in terra straniera). Ma — bisogna aggiungere, interpretando la concezione satirica del Resti — nè Archigene, nè gli altri amici battono la via retta. Manca loro, inter tot nugas, il communis sensus (Sat. XXIII, 110-111): sono quindi degni di satira; ad ogni modo, poiché invecchiano anche i dotti e giova carpere diem, più ridicoli, come assai meno pratici e saggi, i peregrini in patria, i nuovi Ulissidi.