- 74 — Non può esservi dubbio che la sua prima cura non fosse rivolta a liberare dalla prigionia il conte Giorgio che ancora languiva nel castello di Knin. Del suo lavoro per raggiungere questo fine, nulla di certo è possibile dire. Ma una certa pace, conclusa il ! 0 marzo 1325 tra la moglie di Giorgio, ancora prigione, e il comune di Spalato, ha con assai probabilità da essere riguardata come l’ultima fase di un’ azione intesa a raggiungere la liberazione di Giorgio. Giorgio, nell’aprile 1323, era venuto alle mani con gli spalatini e in un fatto d’ armi, per lui fortunato, ne aveva presi e uccisi circa centocinquanta, tra i quali molti nobili1). Spalato allora s’era volta dalla parte del Nelepich, lo aveva eletto a suo conte, e a lui, anziché a Giorgio, tributava le onoranze che i comuni dalmatini solevano rendere ai rappresentanti del re d'Ungheria. La pace del marzo 1325 restituì, verso pagamento di una certa somma, la libertà agli spalatini prigionieria). Era dunque a cittadini di un comune amico e ossequente al Nelepich che la libertà veniva concessa. Riguardato sotto questo aspetto, 1’ atto compiuto dalla moglie di Giorgio, assume anche nei riguardi del prigioniero di Knin, un significato tutto particolare. V’ ha di più : la pace fu trattata da arbitri zaratini, di quella Zara cioè che non aveva mai fatto mistero delle sue simpatie per Giorgio, e dove anche Baiamonte godeva di una considerazione e di un ascendente tutti particolari. Per queste ragioni, non siamo alieni dal ritenere doversi appunto all’ o-pera e ai buoni uffici di Baiamonte la conclusione della pace trattata dagli zaratini ; e riteniamo ancora che in seguito alla stessa, contemporaneamente agli spalatini, o assai poco dopo, la libertà fu data anche al conte Giorgio 3). VII Queste cose succedevano nel marzo 1325. Due mesi dopo, il comune di Bologna eleggeva Baiamonte Tiepolo a capitano di guerra e mandava due ambasciatori ad offrirgli l’ufficio. ') Incipit historia, ed. cit., pag. 49-50. -) Incipit historia, ed. cit. pag. 55-56. s) E priva di fondamento l’asserzione del Sisic (Miha Madijev cit., pag. 43), che pone la liberazione di Giorgio appena nel I 326. Il documento pubblicato dal Battistella (op. cit., pag. 29) ce lo dà come certamente libero almeno nell'agosto 1325.