— 18 — che Costantino Jirecek ‘) con mirabile scrupolosità è riuscito ad esumare dalle vecchie e logore carte degli archivi di Ragusa e riordinare con metodica esattezza. Consta così che dal 1300 al 1400 Ragusa ebbe notai e cancellieri : da Pistoia tre, da Brindisi tre, da Bergamo due, da Parma due, uno da Bologna, Piacenza, Cremona, Ravenna, Ferrara, Arco (Garda), Belluno, Cividale e Aquileia. Dal 1400 al I 500 ne ebbe da : Bologna, Faenza, Rimini, Macerata, Fermo, Padova, Feltre, Piacenza, Soncino, Marano (Friuli) e Tolentino uno; da Reggio, Prato e Muggia due; nessuno dall'Italia meridionale e ben dieci da Cremona 2), di cui il più noto è Ser Bartholomeus de Sfondratis, che servi la Repubblica oltre cinquanta anni (1449-1504) e che nella stessa carica, gli anni successivi, lasciò altri tre Sfondratis. Nella prima metà del s. XVI incominciano ad assumersi in tale servizio anche forze ragusee, ma la maggioranza è prevalentemente italiana e Cremona è sempre la maggior contribuente assieme a Lucca. L’ Italia settentrionale è rappresentata da Milano, Vicenza, Parma, da Feltre più volte ; l’Italia centrale da Macerata, Pesaro, Reggio e gli Abruzzi da Aquila e Sulmona. Sempre per merito del menzionato Jirecek si può con abbastanza approssimativa esattezza riordinare un elenco di quasi tutti i notai e cancellieri italiani che prestarono i loro servizi alla Comunità di Ragusa nel periodo qui prescelto. E questi sarebbero: 1359 Franciscus de Placentia, cancelliere; 1360-1379 Theodorus Scolmafogia de Brundusio, cancelliere; 1378 Antonius suo figlio, cancelliere; 1366 Nicolaus fil. Giulli Stefi de Brundusio, cancelliere; 1371-1383 Joh. Faschus de civitate Foro Julii, notaio e cancelliere; 1380 Ser Articucius fil. ohm Dominici de Rivignano, Aquilegiensis dyocesis, notaio; 1385-1401 notaio a Zara. *) In generale in tulto questo brano ci siamo valuti principalmente dell’opera dell’Jirecek e più precisamente del suo studio : '< Die mittelalterliche Kanzlei der Ragusaner » in « Arch. fiìr Slav. Phil. », XXV. E singole notizie sono state attinte da Gelcich-Thalloczy : « Diploma-tarium » (712), Libri Reformationum (voi. IV, 70, 75, 252) e Filippo de Diversisl « Situs aedificiorum » ecc., cap. IX : De quinto principatu. 2) Cremona era veramente una miniera di notai, cancellieri e medici ! Cfr. Cecchetti in «Archivio Veneto», voi. 26, Venezia, 1883, p. 85, dove si dimostra come la maggioranza dei medici a Venezia sia stata da Cremona,