— 80 - speranza di un più o meno prossimo intervento di Caroberto, che non aveva affatto rinunciato a ridurre all’obbedienza i turbolenti signorotti della Dalmazia. Tra questi, quegli che dopo Topolje si era dato subito, e con più accanimento, a combattere il Nelepich, era Stefano Cotromanovich bano di Bosnia, quello stesso i cui soldati a Topolje avevano vergognosamente preso la fuga. Non lo faceva per dovere di alleato verso il Subich, ma per estendere, dove che fosse, i suoi domini e per gettare le basi di un regno che effettivamente i suoi successori riuscirono a costituire. Ma di fatto, il Cotromanovich combattendo aveva quasi sempre di fronte truppe del Nelepich, del Mihovilovich, di Traù, di Sebenico e di Venezia. Tanto bastava perchè Baiamonte fosse con lui. Un primo indizio di questa società, e di una discesa di Baiamonte dalla Dalmazia settentrionale nella meridionale, lo troviamo in una deliberazione del Consiglio dei Dieci del 16 aprile 1326. Stabilivano cioè i Dieci che, dovendosi per parte presa nel Consiglio dei Pregadi e dei Quaranta, inviare nella Rascia un notaio per comporre certe liti tra il comune di Ragusa e il re Urossio, invece di altri, si mandasse Zanino Calderario, notaio dei Dieci '). Questa deliberazione era motivata col fatto che Zanino era « melior eo quod alias fuit ad ipsum regem » ; ragione ottima senza dubbio, ma non ancora sufficiente a giustificare questa inframettenza dei Dieci negli affari dei Pregadi e della Quarantia. Altro, senza dubbio, deve essere stato il vero motivo dell’ elezione. L’eletto doveva recarsi in un paese dove, come or ora vedremo, s’aggirava Baiamonte ; doveva anzi trattare questioni alle quali forse Baiamonte non era estraneo; poteva quindi, oltre che eseguire la sua commissione, rendere qualche servigio anche ai Dieci, o per lo meno riportare a Venezia preziose informazioni. E Zanino, tolta seco la moglie, non tardò ad imbarcarsi alla volta di Ragusa col proposito di compiacere tutti quanti. Servì egregiamente i Pregadi; si rese bene accetto ai ragusei che, per testimoniargli la loro benevolenza, fecero a sua moglie un dono del valore di trenta perperi 2) ; e, come vedremo, non deluse nemmeno le speranze dei Dieci. *) LJUBIC S., op. cit., voi. I, pag. 363. 2) Monumenta Ragusina. Libri reformationum, tomus V, a. 1301 -1336, collegit et digessit JOSEPHUS GELCICH, Zagrabiae, 1897, pag. 207. 11 documento, che porta la data del 15 giugno, è però pubblicato con parecchie scorrezioni: notiamo exeguum per exegnum, e nomine per notarli.