— 13? — Nunc turpi ingentes exercet fenore quaestus; Mercatur quidvis, mentitur, pejerat atque Conditione, domo, censu majora volutans Oblitus patriamque casam patriumque ligonem, Affectat caelum, risu mediocria vellit, 165 /Edificai, luxu perit, hortos comparai atque Ex Asia reducem Lucullum furcifer aequat. Quem dices hunc? Incipies mox noscere, postquam Deserta audieris vadimonia mille solumque suo simile, quanti ce n’ erano di specchiata probità e di patriottismo pieno di fede (L. Vojnovic, Pad Dubrovnika >, Zagabria, 1908, li, 49-53) proprio in quei tempi così tristi per la repubblica! Ma il satirografo ritrae con vivezza mordace questo tipo di truffatore arricchito, emerso dalla circostante realtà : così il Goldoni, ingannato da un capitano raguseo (non marittimo, però), ne ritrae con arte felice gl’ imbrogli nelle Mémoires e se ne vendica mettendolo in scena ne L'impostore (Mém. XLIV-XLV). 161-167. nunc turpi ingentes exercet fenore quaestus etc. Descrizione briosa, stringata, efficace, di ritmo agile e vario. — ingentes: il Resti ricorre più volte in questa satira ad attributi sonori per denotare qualcosa di grandioso, eccezionale (Virgilio nell’Eneide usa l’aggett. ingens 152 volte): cfr. anche tantus, quantus, grandis o sost. come moles o num. mille’, mezzi di effetto, quando però siano parcamente usati. — volutans mente o pectore volvens (Resti, Sat. II, 104, cfr. gr. ÒQ/xaivtov anche senza xarà (ftjéva o sim.) Enn. Ann. fr. 194, quocum multa volutat grandia', Verg. Aen. IV, 533 e VI, 185, corde volutat. — af-fectat caelum, affectare bramare, aspirare pazzamente, Ovid. Met. 1, 152 (affectasse ferunt regnum caeleste Gigantas) e Am. Ili, 8, 51 (affectas caelum quoque). — vellit, pizzica, punzecchia (il Resti ha in questo senso anche perstringere, Sat. IX, 102, perstringis satyra scenam). — aedificat, negli scrittori romani si trovano spesso rimproveri a coloro che hanno la smania di fabbricare (cfr. Hor. Sat. II, 3, 308; Juv., Sali., Nep., Colum. etc.). — luxu perit. Contro la gente che si rovina per il lusso sfrenato, in faccia agli usurai stessi che impallidiscono, si scaglia Giovenale (Sat. XI, 35-55). — furcifer, ceffo da forca, briccone, mariolo: epiteto offensivo usato di solito per gli schiavi (la spiegaz. della parola in Donat. ad Ter. Andr. 618) dai comici (Plauto, M. gl. 545): in Orazio per il servo Davo (Sat. II, 7, 22). — 168. quem dices hunc? chi dirai che sia costui? indovini chi sia costui? — in-cipiens mox noscere, comincerai presto a comprendere di chi io parli, a riconoscerlo: aliquem noscere (o cognoscere), come term. legale, significava riconoscere l’identità della persona. — 169. deserta audieris vadimonia mille etc. La frase vadimonia deserere = cadere in contumacia: se qualcuno veniva condannato in contumacia nelle cause civili, incorreva nella missio in bona venditionis causa (sequestro e vendita della sostanza). Cfr. Plinio, Nat. hist. prooem. 23; Cic. in Cat. II, 3,5. Sembra che i giudici abbiano esercitato molto la pazienza (mille) con questo signore. — solumque versum : solum vertere cambiar paese (aria) è espressione comune ai prosatori (Cicerone, Livio) e ai poeti (Juv. XI, 49). Si veda in Cic. prò Caecina, XXXIV, 100, qui volunt poenam aliquam subterfugere aut calamitatem, eo solum ver-