— 136 — Mox, quam opibus domini navim conductus agebat, Imperio regit, audit dux navisque magister Lucius /Emilius civis Romanus ; agreste 155 Cappadocis vetus illuci noraen dicere non est Qui audeat ; obliti sunt omnes : quippe secunda llle usus fortuna, ut meno a Gadibus, aut ab Euxino bene nummatus redit, ftnpulit ex quo Syrtibus, aut medio demersit in aequore puppim. 160 (non accenna però a difficoltà o inettitudine) una letterina. — 153-155. mox quam opibus domini etc.: conductus (opibus, pretio) preso a mercede, stipendiato, cfr. Resti, Sat. XXI11, 53, conductum pretio... exploratorem. — navem agere = ducere (yaVV àyeiv). Hor. Epist. II, 1, 114, navem agere ignarus navis timet. — audit audit ab hominibus se appellari (frase compendiaria) o meglio nella sua solita accezione: audit : (hic est) dux etc. Si traduca: si sente chiamare. Questo significato di audio si trova in Orazio (Sat. Il, 6, 20; Epist. I, 7, 37-38 ecc.) — Lucius Aemilius civis Romanus: naturalmente prende, svincolatosi dalla serviti), il nomen della gens Aemilia, cui appartiene il suo protettore Scauro, secondo la costumanza romana. Non ha i tria nomina (come i nobili, cfr. Juv. V, 127; Resti, Sat. XIII, 95); ma ecco che da servo s'è trasformato in cittadino. Cfr. Persio, V, 78-79, verterit hunc dominus, momento turbinis exit Marcus Dama (schiavo diventato liberto con un prenome alla romana): vedi pure per simili metamorfosi, Boileau, Sat. I, 63-64. Con navis magister è indicato (Sii. IV, 717; cfr. vavxh]Qoq, àvai vscòg) il padrone d’un legno mercantile : si noti l'umorismo della frase solenne imperio regit (cfr. il virgiliano: tu regere imperio populos etc., Aen. VI, 851). L’interpunzione che era tutta errata nell’edizione di Padova (dopo dux punto; navis e magister con le n e m maiuscole) è stata facilmente corretta. — 155-157. agreste Cappacis vetus illud nomen: nessuno più osa dire (pronunziare) il nomen di Cappadox. 1 Cappadoces erano schiavi addetti per la loro accidia piuttosto a servizi bassi : i loro re, ridotti in miseria (Cic. ad Att. VI, 1, 3; VI, 3, 5; Hor. Epist. I, 6, 39), vendevano i sudditi sub hasta. Questo signore sarà venuto probabilmente dalla vicina Erzegovina (Stojanovic cit., p. Ili) in qualità di puer (l’Erzegovina sotto i turchi era paese povero, come la Cappadocia antica). Emancipato da ogni soggezione, a differenza di Marcus Dama, non ha voluto saperne di conservare il vetus nomen agreste. Per il nome di schiavo Cappadox cfr. Resti, Sat. XXII, 168. Con agreste e Cappadox sembra alludere a un nomen slavo. Si osservi anche qui la contaminano di usanze romane e raguseè. — quippe, ironico (cfr. v. 130). — 159. bene nummatus ben provvisto di quattrini (ben addanaiato, ne’ vecchi scrittori) cfr. Cic. de leg. agr. 11, 22, 59; Hor. Epist. I. 6, 38. Il Mar Nero e lo scalo di Cadice erano assai frequentati dai bastimenti ragusei; ut nemo (del v. 158) come nessun (altro) cfr. Hor. Sat. I, 10, 44. — 159-160. impulit ex quo syrtibus etc. Il capitano cacciò il legno nei bassifondi arenosi (Verg. Aen. I, 111-112) o io sommerse a mezzo il mare: avrà fatto all’estero qualche affare disonesto con le merci trasportate. Per l’infedeltà il navis magister intasca fior di quattrini: oh, coni’ è fortunato (secunda ¡¡le usus fortuna) I Presto s’è fatto un signore: auro venit honos: aurum per crimifia venit (Resti, Sat. IX, 69). Di contro a questo capitano raguseo e a qualche altro