— 9 — nel 1592 crea il proprio scalo balcanico a Spalato e Durazzo 1). Invece coll’ assurgere della cultura e civiltà italiana le relazioni intellettuali italo-ragusee si intensificano e si fondono in un’ intensa comunione di spirito. Comunque, gli accennati ondeggiamenti commerciali succedono in epoche posteriori alla nostra e nel nostro periodo si riscontrano unicamente lievi oscillazioni che non adombrano certo il flusso della tradizione. 1 « Libri delle Riformazioni ragusine » ne sono uno specchio fedele. Sfogliando gli atti del Minor e del Maggior Consiglio o del Consiglio dei Pregati dal I 358 in poi, si osserverà che la forma e lo spirito loro si mantengono sempre coerenti all’ indirizzo primiero. Tutti i «cittadini» di Ancona a Ragusa e i «sindici» ragusei in Ancona, le navi «de Apulia», i caligai e preconi di Bologna (cfr. voi. II, 29, 252), i mastri di Messina (I, 89, 253), il frumento «de Sicilia», le galere «de Janua », i messi di Venezia, i mercatori di Fermo e Firenze, gli officiali e custodi di Sorrento, tutti i medici e chirurghi di Venezia, Bologna, Padova, Firenze, Parma, Salerno, Ancona, Fano, Mantova, Treviso, i cancellieri di Cremona, Ferrara, Pistoia (1, 25, V, 68, 118) e i frati bolognesi ambasciatori al re Uroscius (Uros, II, 298, V, 3) e « magister Michael de Bononia pictor in opera Sancte Marie» (II, 316, V, 128) e «magister scholarum » Niccolò di Verona (V, 381), registrati tra il 1306 ed il 1359, dopo il 1358 trovano naturale continuazione in altri documenti, in altri seguaci e pionieri parlanti lo stesso linguaggio, perpetuanti la stessa missione. Nel 1359 ad alcuni mercanti di Ancona si concede « ut possint extra-here de Ragusia staria ordei L pio equis eorum quos habent in navi, ha-bendo respectum ad antiquam amiciciam, que semper fuit inter nos et Anconitanos » (III, 8). Nello stesso anno si provvede grano dalle Puglie e si inoltrano a Cattaro balle di panno cremonese, mentre Rusco di Sorrento copre varie cariche pubbliche. Nel paio d’anni successivi si riscontra la stessa attività commerciale con Ancona e con le Puglie, l’ininterrotto e indefesso contatto con Venezia. Si osserva inoltre come nel 1361 diventa «salinarius» il mag. «Gulielmusde Messina» (III, 83), menzionato a Ragusa già nel 1359 (III, 10), mentre nello *) Cfr. P. Matkovic'. Trgovinski odnosaji izmedju Dubrovnika i srednje Italije , «-Rad» 1 5, pag. 48.