— 61 — comune di Arbe deliberava di dar licenza al suo medico salariato di recarsi a Veglia «ad servitium comitis Federici occasione comitis Bartholomei, sui filii, qui patitur » l). Da questi fatti è lecito inferire che, partitosi Baiamonte da Nona per prendere parte alla dieta convocata da Mladino, la podesteria rimase vacante. E poiché il successivo sviluppo degli avvenimenti rendeva altrove più opportuna l’opera del traditore di Venezia, a succedergli nel suo solito ufficio fu chiamato uno dei conti di Veglia, la cui casata aveva sempre dimostrato ai Subich una fedeltà a tutta prova. Venendo nel 1319 in Dalmazia, Baiamonte non faceva che rioccupare a Nona l’antico suo ufficio. La sua persona e la sua figura dovevano, non solo nella città da lui governata, ma in tutte le terre circostanti, essere note, anzi popolari. Per quanto i documenti ci siano in questo riguardo avari a tal segno che ascriviamo a nostra particolare fortuna l’aver potuto stabilire una sua dimora in Dalmazia negli anni della guerra di Zara, una traccia di questa popolarità crediamo di poter sorprendere nel fatto che uno slavo, forse di Nona, che nel 1318 si trovava a Zara, viene ricordato col soprannome di Baiamonta 2). Ben più nota e più autorevole diventa la sua persona nel 1321. Aveva in quest’anno il comune di Zara da regolare certe questioni di danaro con Mladino. E, come allora si usava in Dalmazia, la definizione della lite fu affidata a un collegetto di giudici arbitri, eletti uno da ciascuna parte contendente3). 11 comune di Zara elesse il nobile zaratino Madio de Varicassi, persona assai ragguardevole, che nel 1293 era stato podestà a Sebenico ‘), nel 1306 a Traù5) e nel 1313 sindico del comune di Zara alla firma *) Riformazioni di Arbe dal 1321 al 1330. 2) Il documento sul quale crediamo di poter fondare questa asserzione è del 10 marzo 1318 e si trova in un protocollo frammentario di recente scoperto nell* Archivio notarile di Zara. Il nome completo dello slavo in parola è : Budisclauus dictus Baiamonta olim Draschi ha-bitator Jadre. Che si tratti di persona forestiera è a sufficienza provato dall’ espressione habitator Jadre, mentre per i cittadini si usava l’espressione civis Jadre, o semplicemente Jadrensis. Poiché il documento ci sembra di un certo interesse per il nostro assunto ne diamo in appendice l’integrale trascrizione (n.o 3). 3) Questa consuetudine durò anche nei secoli posteriori ; ma, mentre nel trecento e al principio del quattrocento contro le sentenze pronunciate dagli arbitri non era ammesso l’appello, nella seconda metà del quattrocento i giudici cominciarono ad essere eletti more veneto, cioè con riserva del diritto di appello al giudizio regolare. 4) INCHIOSTRI U. op. cit., pag. 4, nota 5. 5) SMICIKLAS T. op. cit., voi. VIII, pag. 196,