— 38 — soggiorno a Roma e, quando gli sarà dato, più lance spezzerà in favor suo ! 1). Al furor pontificio trova pure riparo in Ragusa Sigismondo Malatesta di Rimini e quivi agisce come « ingegnerò della fabbrica e commissario delle fortezze», mentre la sua città cede al potere temporale dello Stato pontificio (1528). Se il fiero condottiero non passò al servizio delle armi turche, comunemente si ritiene essere merito precipuo di Ragusa che seppe placare lo sdegno del grande profugo e riconciliarlo con la sua terra "). Si è tramandato infine da certi che il noto Marullo Tarcagnota e Lorenzo de’ Medici (nel 1536 o 1538) siano stati a Ragusa, l’uno invitato, l’altro profugo, ma alla tradizione orale, e in parte scritta, manca ogni base credibile e tutt’ora solamente lo si crede e suppone 3). Questa l’immagine sinteticamente sommaria di tutti gli elementi, delle solenni affermazioni, delle molteplici prove e dei cento e cento frammenti che si possono imparzialmente rintracciare nel definire il ritmo delle relazioni culturali fra Ragusa e l'Italia negli anni 1358-1526 ! 4). Conclusioni speciali e rettoriche non occorrono ! I dati da noi offerti sono delle premesse che possono essere disposte in varie forme di sillogismo e dare varie, ma non contrarie conclusioni. Conclusione d’un genere per chi disponga il materiale qui raccolto in ordine cronologico; conclusione d’altro *) G. Gelcich «Piero Soderini profugo a Ragusa, memorie e documenti », Ragusa, 1894 (il materiale documentario è attinto da « Lettere et Commissioni di Levante » e « Libri Roga-torum » ; cfr. la recensione in «Archivio storico italiano», serie V, Tomo XV, 1895); Tom. Cherstll «Degli illustri toscani stati in diversi tempi a Ragusa», Padova, 1828. Qualche decennio più tardi 1* Appendini ricorda di Ragusa (II, 209) : « Flavio Eborense cogli aurei versi che scrisse in Ragusa, e dedicò al gran Cosmo de’ Medici, ne affezionò alla Repubblica tutta la famiglia, che allora contava moltissimo in Europa e per autorità e per vanto di dottrina e lettera-ratura ; talché i Ragusei di condizione avevano libero accesso a quei grandi e generosi Principi e in Italia ed oltremonti ». 2) Giacomo di Pietro Luccari: «Copioso ristretto degli annali di Ragusa» (cito l’ed. rag. del 1790), p. 181. N. b. Altre vecchie cronache ragusine sottacciono questo fatto, forse perchè increscioso alla Chiesa, al papa, di cui il Malatesta fu acerrimo nemico. 3) Luccari: op. cit., 234; T. Chersa'. op. cit., alla voce; F. M. Appendini'. op. cit., II, 317. 4) Si ricordi che nel 1467 Ragusa provvede a Scandro Slavo, per mezzo di Marco Jacomo, medico del Cran Signore, alcuni libri attinenti alla sua professione e ciò : « Nicolò Fiorentino sopra 1’ Avicenna, Glosa di Marsilio sopra etc. e 4.o d’esso Avic. e l’espositioni di Tadeo sopra l’istesso» (Resti, Cronaca, 378).