— 222 — Ma non inutile nè fuor di luogo riteniamo che qui possa essere il pensare con reverenza e gratitudine a quella mano latina che, or è undici secoli e mezzo, vergò in corsiva romana a lato dell’ Evangelo del « Bonus Pastor », le sacre parole : «In sancti Domnionx». Reverenza e gratitudine non disgiunte da una pietosa preghiera per la sacrilega mano che quelle parole tentò di cancellare. G. Praga. dott. VlKTOR NOVAK, Dva splitska falsifikata XII. stoljeca (Due falsificati spalatini del secolo XII), in Sirena Buliciana, Zagabria-Spalato, 1924, pag. 547-569. Il lavoro prende in esame due documenti degli anni 1078 e 1089, emessi a favore del monastero delle benedettine di Spalato, il primo dal re Zvonimiro e l’altro da Stefano II. Riguardano tutti e due certi possessi del monastero, siti nel territorio di Spalato, a Lasani e Pustiza. Facevano parte, sino al 1850 circa, dell’archivio di san Ranieri, conservato nel monastero di santa Maria di Zara (dove le benedettine di Spalato, sino allora costrette a vivere fuori del chiostro, furono accolte nel 1820); da Zara passarono alla collezione Kukuljevic e da questa agli Archivi di Zagabria. Generalmente i due documenti si ritenevano autentici. Il Novak, presili in serio e minuzioso esame, ne nega assolutamente l’autenticità. I suoi argomenti sono principalmente desunti dall’esame paleografico e dallo studio della storia di quei possessi. Nei riguardi paleografici il Novak constata che i due documenti, stesi in beneventana, hanno forme e particolarità grafiche da dover essere senz’altro assegnati all’ epoca della decadenza di questa scrittura, e precisamente alla seconda metà del secolo XII. Storicamente prova che una questione dei possessi di Lasani e Pustiza nell’XI secolo non esisteva. Le sue ragioni, specie per ciò che riguarda l’analisi paleografica, ci paiono buone. Furono anche accettate dal prof. M. Kostrencic che nella II ed. (pag. 134) della sua Hrvatska pravna povijest (Storia del diritto croato) considera falsificati i due documenti. Alla tesi del Novak si oppone invece il dott. Nagy il quale, in un lavoro che di qui a poco recensiremo, si esprime presso a poco cosi: «Ultimamente il dott. Novak cercò di abbattere la autenticità di questi due documenti anche se a far ciò non aveva alcuna ragione». Non conosciamo SU quali prove contrarie si fondi questa grave riserva del Nagy, ma la sua serietà e il suo equilibrio di studioso sono tanti che inducono anche noi a riservare il nostro giudizio, che non mancheremo di esprimere quando avremo ultimato l’esame delle carte più antiche dell’archivio di san Ranieri. p, pDir, JOSIP NAGY, Tradicija isprava iz doba hrvatske narodne dinastije izdanih u korist zadarskog samostana sv. Krsevana (La tradizione dei documenti dell'epoca della dinastia nazionale croata, emessi a favore del monastero zaratino di san Grisogono), Estratto dallo Zbornik kralja Tomislava, Zagabria, Accademia jugoslava, 1925, pagg. 430-445 con 4 tavole di facsìmili. L’a., che è il direttore dell’Archivio di Stato di Zagabria, esamina il modo e la forma nella quale ci sono tramandati i più antichi documenti del monastero