— 30 — d’ una speciale loro attività culturale e aliena dalle loro funzioni ecclesiastiche, o di singole, eccezionali manifestazioni in campo non ufficiale, non s’è mantenuta memoria in questo periodo (se si escludano eventualmente « l’illustre Timoteo Maffei » da Verona e Antonio de Aliis oppure Giovanni della Croce) e, ripetendo col Medini (p. 62), che in generale arcivescovi e clero « possono essere annoverati tra coloro che con la loro civiltà italiana hanno contribuito alla diffusione del buon gusto e di sentimenti più fini nella popolazione ragusea», si ripara in parte al torto che la deficenza di dati più positivi logicamente genera. Analizzata finora l’influenza della cultura italiana nei vari compiti dell’ incivilimento a Ragusa, resta solo a chiarire la sua vigoria vivificatrice nelle manifestazioni artistiche. E nell’arte1) stessa anzitutto! Arte che in ogni epoca, in tutti i suoi generi e scuole, nelle superbe raffigurazioni e in ogni gradazione, e nei rudimenti e nei precetti risulta superbamente italiana ! 2). Se poi la sua evoluzione sia spontaneità autoctona, ingenita, o derivazione, infiltrazione italiana o piuttosto, tragga origine da tutte e due, conciliate in naturale connubio, non è qui il caso di dover discutere. Interessa piuttosto rilevare la serie di quegli artisti, che, con le loro 1) Per 1’ arte e la sua storia a Ragusa cfr. R. Eitelberger von Edelberg Die mittelalterlichen Kunstdenkmale Dalmatiens», Vienna, 1884; T, J. Jackson : « Dalmatia the Quarnero and Istria», Oxford, 1887, vol. 3; Ugo Monnerei de Villard'. « L’Architettura romanica in Dalmazia-, Milano, 1910; Georg Kowalczyk-Cornelius Gurlitt: Denkmäler der Kunst in Dalmatien Berlino, 1910; Strzygowski J.\ Orientalische Kunst in Dalmatien» in «Brückner E. Dalmatien und das oester. Küstenland », Vienna-Lipsia, 1911; C. M. Ivekovic : « Dalmatiens Architektur und Plastik , v. 5, Vienna s.d.; Folnesics H.\ « Studien zur Entwicklungsgeschichte der Architektur und Plastik des XV j. in Dalmatien -, Vienna, 1914 (Estratto dai «Jahrbücher...»); A. Venturi - E. Pais - P. Molmenti: La Dalmazia monumentale, con 100 tavole fuori testo raccolte e annotate da Tommaso Sillani , Milano, 1917; A Dudanl «La Dalmazia nell’arte italiana», vói. 2, Milano, 1921-22; M. M. Vasic : ■ Architektura i skulptura u Dalmaciji od poc. IX do poc. XV v.», I deo : Crkve, Belgrado, 1922. 2) E’ il linguaggio questo che parlano le sue belle opere d’arte. A questo periodo risalgono: 1388 il Palazzo del Rettore, 1395 il Battistero, 1424 la Torre del convento Domenicano di fra Stefano, 1435 il Palazzo del Rettore di Onofrio de la Cava, 1437 le Fontane di Onofrio, 1457 la Chiesa delle Dance, 1464 il Palazzo del Rettore, ricostruito e riparato da Giorgio Orsini e Michelozzo fiorentino, 1464 la Torre Menze di Giorgio Orsini, 1480 la Torre del Campanile, 1520-36 S. Salvatore, 1 520 la Sponza, piano superiore e portico. N. b. Questo periodo è molto ricco e glorioso. Una nuova costruzione artistica, degna di menzione, si riscontra in seguito appena nel 1642, cioè la Chiesa del Rosario; e questo trapasso è significativo!