— 21 — 1363, e di Rusco magister Christofori da Benevento, Raguseo di madre e in carica dal 1392 al 14301). Cancellieri e notai, che al servizio dello Stato venivano invitati da Ragusa, erano persone e udite e capaci; alcuni specializzati in più discipline, altri umanisticamente educati e in fama di valenti scrittori. Stephanus Fli-schus de Soncino nel 1 444 lascia il suo posto di cancelliere e diventa « rector scholarum». Viceversa nel 1505 Daniel Clarius Parmensis, dopo essere stato ben venti anni «rector scholarum», diventa notaio e cancelliere di Stato. L’erudizione classica imprime presto le sue nobili tracce e già nel 1429 un notaio raguseo scrive che un tale rubò «duo equi quadrupetantes... ». Nel 1440 il cancelliere ser Nicolaus de la Ciria da Cremona saluta la « Descriptio » del Diversis, maestro a Ragusa, con un carme latino. Verso il 1451 si decantano ed esaltano vicendevolmente in versi latini e italiani i cancellieri Johannes Laurentius Reginus da Feltre, i fratelli Bartolomeo e Giovanni Sfon-drati, il già citato rettore delle scuole Stephanus Fliscus Soncinensis ed alcuni patrizi ragusei. Nel 1461 circolano a Ragusa in manoscritto le Epistole familiari di Cicerone ~). Di insigni cancellieri e notai ragusei la storia ci attesta prove ancor più lusinghiere. Quel Daniel Clarius Parmensis, che s’è visto prima rinunciare alla professione di docente per diventare poi cancelliere, è sempre citato con grande rispetto ; « egregius et doctus vir D. Clarimundus Parmensis » ed è pubblicamente onorato da Aldo Manuzio, che gli dedica l’edizione classica di Aristofane (1498) in segno di alta stima. Un figlio di Francesco Filelfo, Senofonte, abbandona la corte degli Sforza a Milano per accorrere a Ragusa, dove eccelle come cancelliere, donde poi va ufficialmente in parecchie ambasciate (p. es. al re Ferdinando a Napoli) e donde scrive le sue impressioni ed offre così materiale alla «Raguseide» del fratello Mario3). *) Cfr. oltre 1 'Jirecek, op. cit. Knez Medo Parie : « Spomenici Srbski od 1395-1423 », Belgrado, 1858, pag. XXXI. Per alcuni dati storici, ma soprattutto per studi filologici intorno a questi notai cfr. M. Resetar’. «Die ragusanischen Urkunden des XIII-XV Jarh. », « Arch. f. SI. Ph. », XVI-XVII, 1894-95. 2) Cfr. Gelcich-Thallóczy«Diplomai.», 751; e per il resto: Jirecek, op. cit. 0’) F. Gabotto : « Senofonte Filelfo a Ragusa », « Archivio storico per 1 rieste, l'Istria e il Trentino», Roma-Firenze, IV (1890), p. 132-138; Nestore PelicelliDella Raguseide e Storia di Ragusa, opere inedite di Gian Mario Filelfo», Parma, 1902.