— 205 — già superate e vengono oggidì accolte con molto riserbo e sopra tutto con rigoroso controllo. Le opere del Kukuljevic-Sakcinski sono così infarcite di errori che riescono inconsultabili a chi non abbia campo di collazionare quanto è in loro offerto. Basti dire nel caso nostro — giacché si tratta per lo più di cose glagolitiche — che il Kukuljevic ascriveva al secolo 15° un codice glagolitico, il cui autore aveva attinto alle opere del nostro Segneri! Del valore poi che possa avere una «Circolare anonima», diretta al papa nel 1910, non occorre fare parola. Altrettanto dicasi dei giornali quotidiani, i cui articoli vengono considerati quali « fonti » di un lavoro « serio » ! Da qui, sia direttamente che indirettamente, un grande numero di inesattezze e deficenze, di cui ne citeremo alcune. Il secolo dodicesimo, che lo SpinCic ascrive a certi frammenti glagolitici di Verbenico, è un’indicazione falsa e presa evidentemente dalla vecchia Crestomazia (cfr. Citanka staroslov. N. 4-5) del Bercic, che oggi non regge più, perchè, dopo le raccolte del Miletic e le constatazioni dell’Jagic, di tutti i frammenti glagolitici croati si attribuiscono al secolo 12« solamente i «fogli di Vienna», il «frammento Mihanovic» ed il « frammento Grskovic ». L’opera stampata a Venezia nel 1496 da Jak. Blaziolovic (e non Blazilovic, come lo Spincic — pag. 10 — erroneamente cita) non si chiama «Zrcalo izpovjedi», ma, se mai abbreviatamente, «Spovid op-cena», di cui c’è un unico esemplare nel monastero di Santa Maria del Capo. Innocenzo IV nella sua lettera del 1252 al vescovo di Veglia non sottolinea — come fa lo Sp. — 1’ «antica usanza » di officiare in glagolito, ma unicamente ricorda i « predecessores » dei petenti Benedettini. Per il semplice fatto che i Benedettini di Castelmuschio (!) ottennero la locale ed eccezionale licenza di officiare in glagolito, non si può assolutamente dedurre che «tutti i Benedettini dell’Istria alla fine del secolo XIII abbiano abbracciato comunemente il glagolismo » (pag. 11). Ne manca assolutamente ogni prova! La data del primo messale di Castelmuschio, cioè il 1387, non è certa; e mentre c’è chi propone il 1371, altri fa risalire detto messale addirittura al principio del secolo XIV. Similmente la data del secondo messale di Castelmuschio, cioè 1435-1440, è molto ipotetica, Kukuljeviciana, perchè si tratta di uno dei messali « spariti », di cui ben poco consta alla bibliografia e paleografia glagolitica,