— 86 — novembre delio stesso anno, scoperta a Venezia una nuova congiura, Federico Dandolo viene inviato a Treviso per richiedere il bando di alcuni congiurati1). 11 26 dello stesso mese, dovendosi mandare a Verona un ambasciatore per chiedere a Cane della Scala Giacomino Quirini colà confinato, i Dieci, prima di dar corso alla cosa, deliberano di attendere il ritorno di Federico Dandolo2). 11 9 dicembre, di tre eletti che dovevano adoperarsi per aver vivi o morti i «proditores nostri de extra», specie quelli che erano nel Friuli, primo eletto è ser Federico Dandolo:i). E finalmente primo eletto dei capi per il mese di gennaio 1329, è di nuovo Federico Dandolo4). Questo insistente ricorrere della persona del Dandolo può essere casuale ; ma lo storico, costretto in mancanza di fonti a raddoppiare di oculatezza per scoprire anche in accenni lontani e in ricorsi apparentemente insignificanti, il filo che lega gli avvenimenti, non può non fermarcisi sopra. Non è azzardato supporre che in Dalmazia il Dandolo abbia potuto apprendere parecchie cose sul conto di Baiamonte, tanto più che una delle parti nella causa che dovevasi aggiustare era il conte Giorgio. Non è del pari azzardato supporre che molte cose gli possa aver insegnato la missione a Treviso, dove, tutto fa credere che i guelphi di Venezia avessero il loro quartier generale. E chissà che tra le cose da lui così apprese, non ve ne fossero di tale natura da metterlo nella possibilità di tentare con successo un’ azione contro Baiamonte, come con successo aveva due mesi prima agito contro i Barozzi e i Quirini ? Chissà che tra gli elementi da lui raccolti non ve ne fossero di tale natura che, abilmente sfruttati, potessero finalmente mettere lo sfortunato e ormai solo cospiratore nelle mani del terribile consesso? Noi crediamo di sì. Dopo la deliberazione del 31 gennaio 1329, nuli’altro che riguardi Baiamonte trovasi annotato nei registri della cancelleria dei Dieci. Se ne parlò tuttavia nel Consiglio : forse per udire la relazione di chi aveva compiuto il negotium Baiamontis, forse per dire al cancelliere lo sdegnoso non scribatur. ') VERCI G. B. Storia cit-, voi. X, pag. 53, cit. da ROMANIN S.t op. cit., voi. Ili, pag. 48, nota 9. *) Archivio di Stato, Venezia. Consiglio dei Dieci, Misti, reg. Ili, cc. 42. a) ibidem, cc. 45. 4) ibidem, cc. 47. Questo, e i documenti ricordati nelle due note precedenti, sono inediti.