— 66 — potesse avere completa soddisfazione. 11 20 giugno 1330 il Consiglio dei Dieci è ancora occupato con questa noiosissima faccenda e, forse per la centesima volta, scrive al conte, ai giudici e alla comunità di Zara di pagare il debito una buona volta *). Zara risponde che il danaro di Radoslavo, depositato nelle casse del comune, era stato interdetto da suo fratello, in seguito a una sentenza pronunciata a Zara in suo favore. I Dieci tagliano corto — e questa volta definitivamente — ordinando di inviare il danaro a Venezia per farne essi a chi di dovere giusta consegna 2). * 5jC * La storia di Nona di questo periodo è tutta una tenebra. Non sarà forse mai possibile squarciarla abbastanza per dire come si esercitasse e che valore politico avesse per questa città il reggimento del podestà Baiamonte Tiepolo. Tuttavia, da quanto siamo venuti finora dicendo, un fatto balza evidente e bastantemente provato: il traditore di Venezia era, e nelle opere di pace, e in quelle della guerra, assai più sollecito del danno della patria che l’aveva cacciato, di quello che del bene della città affidata al suo governo. Sotto questo riguardo la sua podesteria si accorda maravigliosamente con le vedute e la pratica politica dei Subich e dei loro rettori. Mica Madio, il cronista che spesso abbiamo citato, cosi li dipinge : « Reditus « ecclesiarum auferebant, matrimonia, secundum Deum quae erant facta, « minime observabant ; mulieres et puellas virgines violabant, mercatores de-« predabant ; nec non térras et possessiones civium maritimorum et Dalmati-« norum per vim accipiebant et inter se per sortem ipsi dividebant asserentes, « quod nobis subiacent omnia, quae extra civitates sunt, tam iure paterno « quam iure potentiae a Deo nobis concessae » 3). Questa dipintura, per quanto fatta da un dalmata feroce odiatore dei croati, non è, come si volle dire '*), una terribile filippica di un appassionato italiano, storicamente infondata. l) LJUB1C S. op. cit, voi. I, pag. 378, n.o 553. a) ibidem, n.o 554. Il documento però, com’ è stampato dal Ljubic, è pressoché incomprensibile. Non avendo noi ritenuto necessario vederlo quando lavoravamo nell’ Archivio di Venezia, (a sì che ora non ci sia possibile trarre da esso tutto l’utile che è forse offerto dall’ originale. 3) Incipit historia cit., ed. Brunelli, pag. 45. +) KLA1C V. Povjest Hrvata, Zagabria, 1900, voi. 11, pag. 42,