— 177 — L’ultimo documento è scritto a Ossero agli 11 di novembre del 1451, e sebbene sia molto breve, pure contiene alcune notizie nuove ed abbastanza importanti. Intanto sono presenti due testimoni che fanno parte di famiglie italiane, oggi, e chi sa come, sparite: sono quelle dei cittadini ed abitanti d'Ossero Tomaso Griti e Benedetto Miorano ; poi ci fa sapere che il governo di San Marco si riteneva proprietario di quelle terre dell’ isola che per una ragione qualsiasi, non erano redditizie, e le donava a quelli che s’obbligavano a trarne un utile : provvedimento savio con il quale si procurava di sanare i mali del passato, e specie le tristi conseguenze dello sgoverno ungherese, e delle pesti che, come per la prima volta ci palesa il documento, aveano infierito anche nel periodo in cui esso fu rogato. In succinto ci espone questo. S’erano presentati dinanzi a Michele Michiel, conte di Ossero e di Cherso e di tutti i luoghi deli isola, Michele del defunto Stefano de Buchino e Giacomo figlio di Antonio de Buchino de Cherso, per ricordargli che avea donato al detto Antonio un terreno posto nella regione di Pisolo affinchè entro due anni vi ponesse degli animali da pascolo : ma nel primo, il Buchina non potè adempiere l’obbligo perchè il tempo era breve, e nel secondo, scoppiata la peste, avea infuriato in tal modo a Cherso e a Pisolo, da costringerlo ad abbandonare l'isola. Pregavano quindi i Buchina che il conte Michiel si degnasse a prolungare di altri due anni successivi il termine per rendere fruttifero il terreno donato. Cosa abbia risposto il conte veneziano non si sa, perchè pur troppo la membrana qui finisce. Essa però, sotto apparenze inconcludenti, ci prova che a malgrado della inondazione straniera, anche nei due secoli che precedono la fine del medio evo, la civiltà nell' isola era latina e la romanità tutt’altro che spenta: auspicio e forza all’odierna redenzione nostra. • o ■ 12