— 225 — che il solo nome, anzi la metà del nome: la parola è infatti formata dalla radice slava prist e dal suffisso romanzo aldus. Ma di contro alla unica denominazione semislava, le carte e gli statuti dalmati hanno per questo ufficio, tutto romano, un' intera folla di altre denominazioni romane e romanze : tribunus a Zara, pla^arius a Spalato, vicarius o buccarius a Ragusa e nelle Curzolane, ecc. La natura dell’ ufficio poi, nonostante le errate e sofistiche illazioni del Sufflay che hanno tratto in errore il N., è tutta quanta e purissimamente romana. Siamo certi che se il N. avesse conosciuto i ben documentati studi dell’ Inchiostri (op. cit., pag. 42 e segg.) sulla traditio, non si sarebbe lasciato cosi facilmente ipnotizzare dalle affascinanti, ma assai poco salde teorie del Sufflay. Nell’ultimo capo del suo lavoro il N. studia gli elementi formali delle carte dalmate dell'alto medioevo. In complesso non arriva a risultati maggiori di quelli già conseguiti dal Brunelli (Storia di Zara, Venezia, 1913, cap. XVII). Come dunque si vede, quanto ad acutezza d’indagine o a novità di risultati il lavoro del N. non si distingue gran fatto. Esso però, come volgarizzazione e come ben riuscita sintesi di conclusioni già da altri raggiunte, ha pregi che sarebbe ingiusto misconoscere. Oli giova soprattutto certa serenità e certo equilibrio che lo trae ad assegnare ad ogni problema il debito posto e la debita importanza. Oli nuoce la non perfetta informazione e la soverchia prudenza, si direbbe alle volte il terrore di dissentire. Invece, a parer nostro, occorre decisione e risolutezza. Si sono affrontati senza riguardo alcuno i diplomi di Colomano e di Bela: alcuni sotto i colpi della critica si sono sgretolati, altri ne sono usciti rinvigoriti. Occorrerà con la stessa risolutezza affrontare quelli di Cressimiro e degli altri re croati. Per poter una buona volta veder chiaro nel caos di incertezze e contraddizioni che travagliano la nostra storia medioevale e anche quella croata. G. Praga. . NAGY JoSIP, Monumenta diplomatica. I : Isprave iz doba hrvatske dinastije (Documenti del tempo della dinastia croata), Zagabria, 1925, con 16 tavole di facsimili. A complemento degli studi che abbiamo sopra recensiti e di altri che non Ci è Stato possibile vedere [// significato internazionale degli antichi documenti croati (Internacionalno znacenje starih hrvatslcih isprava) in Nastavni Vjesnik, Zagabria, XXXIV, pag. 5; e Studi diplomatico paleografici (Diplomaticko-paleografske studije) in Vjesnik kr. drzavnog arkiva u Zagrebu, Zagabria, XXIII, pag. 36] il Nagy ha curato questo nitido atlante, nel quale, premessi alcuni cenni introduttivi in lingua croata e francese e una ampia bibliografia, sono trascritti, tradotti in croato e riprodotti in fototipia i documenti che hanno formato oggetto dei suoi studi. Si tratta di sedici documenti, dei quali, e perchè sono pochi, e per dare un’idea delle loro caratteristiche paleografiche e diplomatiche, crediamo opportuno dare qui un brevissimo sommario. I, anno 995. Atto di donazione dei nobili zaratini del loro diritto di pescagione a Tilago al monastero di san Grisogono (beneventana). — I bis, lo stesso in copia più tarda. — II, a. 999. Testamento di donna Agape, zaratina, a favore del monastero di san Grisogono (carolina). — III, a. 1029. Elena, sorella di Godemiro, dona al monastero di san Grisogono una terra a Bravizo (beneventana). — IV, a. 1033. Trasone, abate di s. Grisogono, permuta a Zara una casa (beneventana). — V, a. 1036. Gli zaratini donano a s. Grisogono un orto dinanzi alla chiesa di san 15