55 — Mladino però raddoppia i suoi sforzi. Dopo aver fatto subire a Sebenico e a Traù ogni sorta di angherie, dopo aver vituperato i loro ambasciatori e uccisi alquanti dei più ragguardevoli cittadini, cinge d'assedio le due città e devasta il loro territorio. Queste, vistesi seriamente minacciate, stringono il 24 gennaio 1322 un’ alleanza « contra et adversus omnes suos inimicos et adversarios » *), ma, non bastando forse nemmeno questo a garantirsi completamente contro il furore del bano, compiono l’atto decisivo di dedicarsi a Venezia: Sebenico il 1 marzo e Traù il 17 aprile 1322. Di fronte a questi avvenimenti Mladino, come nota Mica Madio, « turbatus est valde». Impotente a fronteggiarli da solo, convoca una dieta, nella speranza che gli sarebbe riuscito di opporre a Venezia e ai comuni dalmatini le forze coalizzate di tutti i baroni della Croazia. A questa dieta, oltre che i fratelli di Mladino, Giorgio, Paolo e Gregorio intervennero i conti di Veglia, il conte Nelepich di Knin, il conte Giorgio Mihovilovich di Livno, i Stepanich della Bosnia inferiore, i Curiacovich di Corbavia e forse qualche altro. Ma i risultati della convocazione furono tutti diversi da quelli che Mladino si riprometteva. Poiché la sua tirannia s’ era esercitata non solo sui comuni costieri italiani, ma anche sui signorotti della Dalmazia mediterranea, questi, vedutolo debole e in disgrazia, anziché aiutarlo, si accordarono sul modo di dargli addosso, solleticati forse anche dal miraggio che qualcuno di loro gli sarebbe succeduto nella dignità di bano. Perfino suo fratello Paolo si unisce ai ribelli. Gli rimangono fedeli solo i conti di Veglia. Per quanto non ci siano documenti nè memorie che direttamente suffraghino una partecipazione di Baiamonte Tiepolo a questa dieta, noi tuttavia la crediamo quasi certa. Anzitutto Baiamonte era podestà di Nona, e come tale ricopriva un ufficio che gli dava quasi diritto alla partecipazione ; era poi esperimentato uomo di guerra e di governo; era infine profondo conoscitore degli uomini e delle cose di Venezia, con la quale soprattutto bisognava fare i conti. Nel consesso egli poteva portare doti e un’esperienza quali difficilmente si sarebbero trovate in altri intervenuti. Anche per altre ragioni, più positive, noi crediamo di dover ammettere una partecipazione di Baiamonte a questa dieta. Da una deliberazione presa il 27 maggio 1322 nel Consiglio dei Dieci, risulta che un certo Stefano >) SM1CIKLAS T. op. cit., voi. IX, pag. 46-48.