110 quella specie di cantico guerriero, con cui il Profeta incoraggia all’ assalto i soldati, nel fine dell’ atto terzo. Qui era possente, l’accento e la nota del Negrini, che, alla voce inspirato, pareva veramente ispirarsi ; il Sarti cambiò quella voce ; ed ei non giunge alla purezza e alla forza di quella nota, che la vestiva. La frase musicale non ha più lo stesso valore ; benché nel rèsto cantasse con anima e con passione. Così fu pure di quel brindisi tanto significativo, che in mezzo alla festiva melodia, onde s’ impronta, lascia pur intendere qualcosa di tetro, di cupo, che ti fa presentir la sciagura. Si sarebbe domandato un po’ più di calore e di movimento ; ma nulladimeno il pezzo è abbastanza riuscito. Il Profeta pose in nuovo lume 1’ attore, ne accrescerà i vanti, e si spera che sarà per sempre vinta quella nemica opposizione, che, non si sa perchè, con ingrato rumore gli turbava in passato il lieto suon dell’ applauso. Ma, ahimè, quanto sono in teatro le sorti mutabili ! Come al Sarti non accadde alla Sanchioli : ella per nulla non vantaggiò. A lei forse nocque la memoria, eli’ ella qui lasciò nel Profeta la prima volta, e parve mi-