44 pi'u non rimane« dell’ antico nè meno il modo-di computare le ore sull’ orologio, ricordava ancora nello squallido arnese e nell’ aspetto la civiltà d’altri tempi : tempi favolosi de’ co-dega, quando in Piazza regnava Teresa dei fiori, col suo cappello da uomo, e si tolleravano e belle parevano intorno a’ Caffè le tende di tela turchina ! Passaron que’ tempi e con loro doveva passare o piuttosto mutare il Caffè che li rappresentava. lì Cadorin cominciò dallo scomporre e ricomporre i luoghi. Il Cadorin è il più gran taumaturgo eh’ io mi conosca : ei ti crea l’aria e lo spazio, e d’una bicocca, ti cava una reggia. Come il facesse noi so ; ma egli alzava la stanza maggiore da basso, e togliendone il banco, che la ingombrava e sconciava, confinandolo di dietro in un sito prima perduto ed or messo ingegnosamente a profitto, le diede maggior ampiezza, aria e respiro maggiore; sì che più non ti cade sulle spalle il soffitto, come in passato pareva. In simil guisa e’ volse e ripiegò in modo diverso le Scale, che mettono alle sale di sopra ; le pose in comunicazione colle vòlte, le separò dal servigio,