148 accompagnamento di tutta la Signoria. Di più non si potrebbe vedere alla Fenice, e ciò entro l’area più misurata : un vero quadro nel caston d’ un anello. Se non che le leggi dello spazio, come quelle del tempo, non si vincono : le masse, le turbe, in quelle angustie di sito non si muovono a tutto lor agio ; destreggiano, ma sempre non ne risulta 1’ ordine più perfetto. Quanto all’ azione, tra 1’ Otello del Shak-speare, e quello del Sipelli, corre qualche divario. 11 buon uomo di Shakspeare ha la bella pazienza di preparare di lunga mano gli avvenimenti ; ne lascia da lontano scorgere le cagioni, ne getta come i semi, che poi germogliano e mettono il frutto. In quella vastissima tela si può seguir filo per filo l’ordito. Il Sipelli segue un’ altra maniera : egli è pel semper ad eventum fesimat d’ Orazio (perdono di questa reminiscenza un po’ classica in un tempo, in cui tutto il mondo è romantico) e qui gli eventi s’incalzano, precipitano, non c’ è preparazione di sorta. Jago non ha che dire due parole all’orecchio d’Otello, e questi, dagli amorosi abbracciamenti del primo incontro, passa a un tratto alle smanie