155 nel senso del libretto, e delle pazze calunnie e invenzioni de’ romanzieri. Tutta la musica ha questa caratteristica ispirazione, e la nota del dolore, in cento guise modificata, risuona nelle cavatine del tenore, della donna, e del Doge ; dette con effetto conveniente dall’ Ar-rigotti, eh’ è quella perita cantante che tutti sanno, e dal Marimpietri, che ad ogni spartito guadagna nel favore del pubblico ; ma più di tutti dal Vitti, che non ci lasciò, nella sua, ricordare altri cantanti, e n’ ebbe ciò che veramente si dice un’ ovazione. E così fu del duetto che segue, renduto da lui -e dall’ Ar-rigotti in modo mirabile. Non si poteva con accento più soave e pietoso esprimere il sentimento di quella magnifica frase del Doge, la frase s’intende melodica : Olire ogni umano credere — È questo cor piagato. Il povero Jacopo è dannato agli orrori del carcere, e, per suo maggiore tormento, viene anche a funestarlo e fargli paura l’ombra insanguinata del Carmagnola, che non c’ era per nulla chiamata. Qui ha luogo il duetto tra il soprano e il tenore : bellissimo componimento, così per la flebile nota del precipuo motivo, al quale fa eloquente contrasto