557 sier Piero Pisani di sier Alexandro nobile di una archibusala che li passò il brazo da una banda el 1’ altra, et 6 altri feriti di froze, e il povero zovene si portò da un Helor, altri feriti butaronsi in aqua: 10 posso dir esser renato, di tante frezc mi venne in la collada et rodella. A la fin le do galìe fo-rono prese, il patron ferito, et in capo di zorni 10 11 capitanio corsaro Culfat rays e il suo compagno Trichut rays e compagni, melandone in terra lutti li schiavi et parliti tra esse fuste lassando parte in le galie melando turchi su le galie in governo et in le fuste, et io con Antonio Aliprando mio canzelier e il mio servilor son stalo inlertenulo in la fusla di Culfa rays capitanio, e il soracomito mesier Zusto Gradenigo e li nobili e altri schiavi messeno in la ga-leota de Trichut rays, il soracomito Gabriel da Cur-zola con li altri reteneno in la sua galia, conducendone di loco in loco, sempre fuzendo dubitando non fosse seguitato dal proveditor nostro di l’armada dii qual mostrava baver grandissima paura et estrema, parte navegando per lochi a straman perl’Arzi-pielago et contra vento et contra mar provezando più volle, ne mancò poco ad anegarse, navegando alla disparata, andando in qua e in là, tenendone mollo stretti et con gran minaze dicendo si tacessimo le taie da signori altramente ne laiaria la testa econ-duriano in Barbaria a darne a quelle rabiose et crudelissime gente. Nui li dicevamo ne conducesse a Syo el mi condannò laia ducali 800, poi mi tirò a mille. Essendo in canal de Syo, al Gradenigo iodato grandissimi martini e corda, promesse laia ducali 10 milia.ma tirato zoso di la corda non aver da darli più di ducati mille. Hor andando discorendo tutta la costa di Natalia di porto in porto reduti a Sule-resari, dove trovono altre fuste nuovamente fate che erano per armarle, et fece far incanto di le galie e comprò esso Culfat rays la galla curzolana con li coredi e arlellarie olirà le persone per ducali 700 et Trichut rays comprò la Gradeniga per ducali 600, sopra le qual essi rays e cadauno montò suso fazendo tante parte de li altri schiavi, parte comprando essi e parie quelli di la terra. De lì partiti andono alle Smirne lontano di la terra, dove essendo stalo Culfa rays, col qual io era, cl lui era ussito di galià e andò in la terra dove trovò Trichut rays bestiai e crudelissimo che martoriava el so-racomilo Gradenigo che tolesse la taia con li canoni alli piedi, promesse ducati 2000, mi si voltò verso de mi con parole crudel, unde conveni crescer la taia e mi tolsi ducati 1500; sier Piero Pi-xani, nobile, mio cugnado, ducali 400. Sier Anto- 558 nio Coniarmi qu. sier Sebastian, nobile, ducati mille, li altri nobili scrivani e il mio canzelier in tutto 183* tolseno laia ducati 6000, el ne disseno adì 30 aprii che voleano la ditta taia fin domenega, e si non ha-veano el dinaro da Syo in tanti ducali d’oro over panni di seda e scarlati, non vogiando carisee, ne fariano laiar a tulli la lesta overo ne conduriano in Barbaria. Unde deliberassemo mandar a Syo il mio canzelier per terra con lettere e comission di poter conlralar per haver la laia e trovar il riscalo di ducati 6000. E partito, li rais li tolse le lettere et 10 fece restar aziò el non operasse col proveditor di l’armada contra di loro, el volseno mandar le lettere per uno suo messo turco, qual partì adì primo marzo, el qual non haveria potuto far nulla. Ma il clementissimo Dio per le oration di qualche devota anima fece che ’1 Gran Signor mandò da Costantinopoli Lutfer suo capitanio, con galìe 10 et fuste do, per andar contra i corsari et il galion di Belhomo che era in quelle aque, qual partite da Costantinopoli fato il bayran adì 25 aprii, e Imbrain bassa lo andò a trovar comandandoli fosse presto e andasse scorando la Natalia, el qual sì scontrò in do fusle di la Natalia corsare, et quelle prese intese da loro il nostro prender, unde senza dimora vene alle Smirne sabato de matina a l’alba adì 3'di questo mexe e da vero capitano achiappò Culfat rays e compagno, il qual studiose, vistolo venir, fense andarli conira honorandolo per fuzer con la presa. Ma 11 capitanio non volse el si movesse di la terra, et riprendendolo di quello havia fatto minuzandolo dii mal fatto e aver preso do galìe di la Signoria, e ordinò subito fosse liberali li schiavi, e lui Culfat rais e compagni dovesse lassar le galie libere e trazer la so roba fuora e reducesse quella a le sue fuste. E lui, fenzando con la sua fusla e l’altra voler j venir apresso la galia dii capitanio, fuzì in mar con li schiavi erano suso esse fusle : el ditto capitanio con le galìe li dè la caza e le bombardono, ma non potè haverli. La matina esso capitanio ne confortò dandone ogni comodità, metando homeni da remo de li soi e scapoli alla guarda di le noslre galìe, e la Curzolana era mal condilionà e la remurchiò et spazò uno olaco per terra a la Porta con avisar di questo, e nui edam scrivessemo al’oratorZen; et le galìe noslre è mal in ordine non so come si potrà condurle e disarmarle. Eri sera esso capitanio con le soe 10 galìe et le do nostre e le do fusle, remur-chiando la Curzolana, arivassemo a Syo dove smon-tassemo, et ne fo dato recapito da questi Signori e fatine gran careze, veslidi de drapi cheeranao nudi, MDXXXIII, LUGI.ro. \