159 mente bene la parte della maliziosa Norina, dove si domanda soprattutto brio e comica disinvoltura, che poco hanno a che fare colla fierezza e dignità della Lucrezia ; onde aneli’ ella qui rimase di sotto a sè stessa. Chi fu veramente al suo posto è il Ca-visago. Io credo anzi che 1’ opera si desse per lui, ed egli non venne manco all’ assunto. È un attore faceto, senza esagerazione e caricatura : che si contenta dello spirito, se ne avesse, del libretto, senza aggiungere, com’ è mal vezzo degli altri buffi, nulla del proprio. E nondimeno co’ naturali ed acconci suoi modi e’ sostiene perfettamente il carattere del Don Pasquale e fa ridere a’ composti e graziosi suoi lazzi. Anche nella parte del canto ei colorisce convenientemente la frase, e dove non si richiede gran forza, nei pezzi d’insieme seconda bellamente i compagni. Quanto all’ effetto generale dello spartito-dopo quanto dicemmo sulla poca idoneità dei principali cantanti, non recherà meraviglia s’ ei fu la prima sera men che mediocre. Gli attori, tra mal disposti e mal preparati, lasciarono assai desiderare : quella sera non fu se non una pruova generale. Alla seconda, che