13 I Napolitani e i Cliiozzotti, que’ cari mes-saggieri del lieto tempo, i quali co’ canti, co’ suoni, co’ giocosi lor detti, e le piogge d’ arance e confetti danno per solito l’impulso al popolar buon umore, non trovarono 1’ eco usato nelle nostre contrade, e invano portarono in giro le loro musiche e le loro allegrie. Il Carnovale si tenne a mezz’ aria, non volle discendere in Piazza ; e chi si ricorda il moto, il baccano, il tripudio dell’ anno passato, quel-1’ onda immensa di popolo, che, a sera, da tutte le parti in essa versavasi, s’ agitava e copri -vaia, sì che fin oltre alla mezzanotte, ad un’ ora, a due ore, n’ era il passo impedito, appena si sarebbe creduto ;i Venezia. Oscuro Carnoval di Provincia! Ma 1’ ultima domenica, 1’ aere queto e sereno ruppe alla fine l’incanto. Venezia si cinse ancora il manto suo di metropoli ; cominciò il gran saturnale, e la Piazza, in sulla sera, ardente di lumi, innondata di genti, corsa e ricorsa da mille maschere, somigliò ancora sè stessa. Alle dette due compagnie, un’ altra s’ aggiunse, non nuova, ma or fatta più civile e polita, quella degli Spazzacammini, che alternavano una propria canzone ; s’ aggiunsero