132 fuso e tirato, benché egregiamente eseguito nella parte principale del cauto dal Mares, e nell’ accompagnamento dal Bianchini, precede l’aria, o cavatina che sia, del soprano, la Lafon. Essa, 1’ aria, è anche nel seguito tutta appoggiata al violino : ha gara, concerto di bravura tra 1’ ¿strumento e la cantante ; e bella in ispecie è la cabaletta, a cui la Lafon dà tutte le grazie del canto e dell’ espressione. Non faremo l’ingrata e vana fatica di seguir uno per uno tutti gli altri pezzi dello spartito. Tutti non hanno egual pregio, e non di meno in tutti, o per la bellezza della frase, o per 1’ eloquenza dell’ accompagnamento, ha sempre qualche cosa, che ti palesa l’ingegno. Dagli altri però si vogliono sceverare il duetto, testé accennato, fra’ due bassi nel se-cond’ atto, e il finale di questo atto medesimo. Sono j due tratti migliori dello spartito, e degni veramente della musa che li creava. 11 duetto è inteso e magistralmente eseguito dal Guicciardi e dal Dalla Costa. L’infelice saltimbanco, povero, ramingo, s’incontra nella solitudine de’ campi col falso Rolando,