156 1’ allegro canto popolare di fuori ; come per la soavissima cabaletta, il cui vivace e veramente originale concetto, esprime tutto 1’ entusiasmo della speranza : Speranza dolce ancora, e che, per verità, tanto l’Arrigotti che il Marimpietri, cantano in modo da far sentire tutto il potere e la bellezza di quell’ impareggiabile cantilena. Segue indi il terzetto, in cui si ripete quella vaghissima forma sì propria del Verdi, e eh’ egli adoperò nel Rigoletto e ovunque occorreva muovere e toccare. Il terzetto si trasforma poscia in quartetto, e tanto 1’ uno che 1’ altro furono del pari egregiamente eseguiti da tutti gli attori, compreso anche il Formes, Loredano, ed essi ne furono fragorosamente applauditi, e festeggiati, e chiamati anche dopo calata la tenda. Ora succede il luogo forse più importante di tutto lo spartito : la scena e la grand’ aria finale del Doge. Il Vitti non venne meno al-1’ assunto, e così per 1’ espressione e 1’ accento come pei modi di canto, si levò a tutta 1’ altezza della sua parte. Egli aveva contro di Sè grandi memorie, e pur resse, massime la seconda sera, al confronto. L’ opera è posta in iscena coll’ usato splen-