96 Dopo ciò, senz’ essere indovini, si poteva predire il destin della Fausta. Un esito brillantissimo ella non ebbe, per verità, neppure la prima volta, che fu prodotta, quantunque la sostenessero que’ tre gran luminari dell’arte, la Pasta, il Donzelli, il Cartagenova. E ciò non pertanto, 1’ opera è scritta con quella vena facile e immaginosa, che caratterizza la musa del Donìzetti ; non ha, è vero, nessuno di que’ brillanti concetti che si figgono nella mente di tutti, e diventano popolari ; ma ogni cosa vi è acconcio, appropriato al soggetto, e nel lavoro dell’ orchestra, e nel canto, sono lampi di vero ingegno. Ha p. e. molta bellezza e magnificenza di composizione e nella sinfonia, benché troppo nota, e in quella non ordinaria maniera d’introduzione, nella quale subito e tutte insieme son tratte innanzi, in un gran concerto, le prime parti, e nel finale dell’ atto primo, sì pieno di movimento e di vita, massime nella stretta, come richiede l’azione. Qui si vede il maestro. Tra’ pezzi migliori pel canto sono il coro delle donne che precede la cavatina del soprano, due duetti fra questo e il tenore, e la