127 L’ opera in generale non è ricca di gran novità ; ha più sottile e ingegnoso magistero che fantasia, ma tutto è condotto con sapere e buon gusto. Il Villanis è maestro. D’ una cosa sola il tacciamo : di non aver dato una grand’ aria, un rondò alla donna, in cui la Lafon avesse potuto far pompa di quel tesoro della sua voce. Con ciò il maestro si privò d’ un grande ausilio e d’ un mezzo di successo ancora più pieno. Come la Lafon e il Gwicciardi, egregiamente sostennero le loro parti anche il Sarti e il Bella Costa, e i cori e 1’ orchestra andaron del pari. Il dramma non ha un certo interesse ; ma è sparso qua e là di buona poesia ; ci si conosce la man del Solerà. Lo spettacolo è posto in iscena, non pur con magnificenza, ma con fulgore ; il Sarti e la Lafon cambiano non so quante volte di vesti, una più suntuosa dell’ altra. Il Zuccarelli compose alcune bellissime scene, pregevoli per l’invenzione e 1’ effetto ; ed una fra le altre, quella della sala con gallerie, armi e trofei, ma che non è forse la migliore, gli meritò 1’ onore d’ una chiamata.