133 il rapitor della figlia, la cagione di tutti i suoi mali. Lo sdegno, il furore, che in quell’animo si accendono, non potrebbero essere espressi con forme più proprie ed efficaci ; il canto è veramente ispirato : ci si vede 1’ autore della Saffo ; ed esso ispirò anche gli attori, e trasse il pubblico in entusiasmo. Lo stesso fu del finale, che magnificamente dipigne la situazione del dramma, e per motivo e per lavoro è cosa veramente perfetta. Il duetto tra soprano e baritono, la Lafon e il Gtcicciardi, duetto che compone quasi tutto il terz’ atto, e n’ è certo il fiore, è pieno ne’ varii suoi tempi delle più toccanti melodie, rese ancor più toccanti dall’ arpa, trattata maestrevolmente dal giovin maestro Magrini. In questo duetto si parve specialmente la grand’ arte e 1’ accento drammatico della Lafon, la grand’ arte e l’azione del Guicciardi, che in nessuna parte tanto si alzò come in questa. I canti del Sarti furono men degli altri fortunati ; ma, se non riuscirono, non fu certo per suo difetto ; eh’ egli anzi gli ornò con ogni eccellenza di modi.