146 rata, ma a cui ella diede tutto il garbo possibile, e ne fu rimeritata d’ applausi, eh’ ella aveva pur colti nella introduzione del prologo. Il duetto finale tra la donna e il tenore, in cui, si può dire, s’ epiloga tutto il concetto drammatico dello spartito e risplende di sommi pregi di stile, non produsse però grande impressione, e lo spettacolo si chiuse un po’ freddo. L’ opera è posta riccamente in iscena, è sostenuta da un’ ottima orchestra, e nulla da questa parte le manca ad esser compita. E adesso una parola ancora sul ballo. E’ ne diede torto. Quantunque grande in luogo piccolo, quella massa di gente, quell’ apparato, la bella decorazione, e il movimento di tanta amorosa gioventù, han fatto la sua fortuna. La gente si compiace d’ aver innanzi quella specie di Fenice in embrione, ed ammira singolarmente la Sabollin, gentil ballerina, che guadagnò ogni dì più nel favore del pubblico, e danza veramente con grazia, con somma giustezza di passi e tempo perfetto. Ella riscuote ogni sera insieme col compagno, il Battimi, gli applausi più fragorosi dello spettacolo. La musica del Magrini è anche ella