Procuratia di S. Marco. Inoltre, secondo questo primo progetto, la fabbrica doveva sorgere ad un solo piano <( a pe’ pian et in soler »; nè essa si ornava ancora di facciata : di una facciata sul Molo solo si comincia a far parola nei documenti nel 1539, quando si era già iniziato il lavoro di costruzione della nuova fabbrica. Di questo tempo è infatti un accordo fra Provveditori di Zecca e i Procuratori di San Marco, per cui questi acconsentono che il Sansovino nel costruire la facciata della Zecca sul Molo, avanzi la sua costruzione nel piano superiore quel tanto d’area che a pian terra occupavano le nove botteghe di loro proprietà, a patto però che queste venissero ricostrutte in pietra viva, così da risultar incorporate nella nuova facciata. Con ciò si spiega la mancanza di ingresso alla Zecca da questo lato, che costituisce la facciata principale della Zecca, e la apertura del massimo portale verso la Piazzetta che più tardi, con il compimento della Libreria verso il Molo, riceverà la sua completa sistemazione nella forma, con cui anche oggi serve di accesso alla Biblioteca Marciana. In seguito all’accennato accordo tra i Procuratori di S. Marco e i Provveditori di Zecca, nel gennaio del 1540, il Consiglio dei X raddoppiava infatti il preventivo di spesa e portava la somma occorrente a 10 mila ducati; due anni dopo, nel 1542, le arcate a bugnato del piano terra erano già ultimate, e le corrispondenti nove botteghe venivano aperte ed affittate. Desiderosi però di dar maggior decoro alla fabbrica e sopratutto maggior sicurezza e luminosità ai corrispondenti ambienti interni, i Provveditori di Zecca riuscirono a far chiudere queste botteghe e, demolito il muro interno divisorio, ad incorporarne definitivamente i locali alla loro fabbrica. Originariamente dunque, in un primo tempo Jacopo Sansovino aveva progettata la fabbrica ad un solo piano: bugnato rustico in basso, dorico nel piano superiore: e tale disposizione architettonica egli ebbe infatti a seguire dapprima, nell'ideare anche la facciata sul Molo: così ce la presenta infatti un certo numero di figurazioni contemporanee: una xilografia attribuita ad Amman Josbt (1539-1591) raffigurante il Molo e i principali monumenti che vi prospettano; una stampa con « E1 volo del Turco », probabilmente databile fra il 1567 e il 1570; e infine la Pianta prospettica di Venezia, ristampa del 1567 di Francesco di Tomaso da Salò, dalla prima edizione di Matteo Pagan del 1559. 67