225 con arme, el lurono morti Ire persone ¡11 dito ru mor, uno lambnrlino el do altri ; fo subito asetato et al tardo li dede la paga con cassarli tutti, et Cesare ordinò fusse retenulo uno scudo per paga a cadauno di loro per le spese fate su le galie, quali voleva prima donargeli, bora non ha voluto darli, nè darli però altra punition, perché fu cosa casual. Questi caldani erano in estrema paura, ma quelli fanti non erano al numero di 600. Questa Maestà ha espedito lettere al re di Treniissen el dalo speranza certa di tuor la impresa de Alger, dicendoli bisogna magior provision de viluarie perché questo anno ne é poche, el è sla ordinato incanevar bolle 8000 di vino et fomenti et ogni altra cosa pertinente a la guera, poi a tempo novo asallerano dito locho. Dicono «bisognar a ditta impresa fanti ‘20 mi-lia perché Barbarossa I’ ha fortificalo et fortifica oj-ni zorno, el quando don Hugo di Moncada ebbe sinistro non havea meno di 20 milia fanti. Tra questo mezo hanno distribuito tra Malicha, Carlageuia, Oran .et altri lochi quelli fanti che sono venuti in Italia che sono za rea l'>00, il resto sono andati a casa sua a goder el guadagnato ne le guere et sa-chi passati. Hanno ordina che galie li), zoè 11 de Spagna, 4 di Sicilia, 2 de Napoli, 2 de Monaco restino a la varda de quele marine. Il Doria con le sue 15 galee torna in Italia per guardia di quelle marine, dove é molti legni dii Barbarossa el el Judeo, et Sua Maestà li ha donalo lo arziepiscopato di 'Paragona al Cardinal Doria et a lui principe Andrea Doria rendila di 6000 ducali d’ oro perché de qui non si |wrla scudi. Quesla Maestà con queste cavallarie et benefici! ha da premiar gran numero de servitori, se poi dir esser Pontefice in queste parie. Li duchessa di Savoia vien in Spagna ; li è sta mandalo per le poste a persuaderlo aspetti cl parto el vengi a Monzon, dove si lenirà le corte, qual é sta prorogalo il termine a tenerle al primo dii mese futuro. In questo mezo iurerano questi regni (ideila al principe fio! de questa Maestà. Si dice sarà difi-cullà non picola, perchè elio è principe, vivendo la rain.i Zuana sua madre, se ben è ne li lermcni se a trova, lo ho basala la man a Cesare, a la serenissima imperatrice, a lo illustrissimo duca di Calabria suo cugnato et lutti questi signori del Conseio, allegrandomi del felice ritorno ; mi è slà corrisposo benissimo, nè ho aucora visti ti revt reudissimi cardinali di San Jacomo el di Sibilia, uno di quali è venuto hozi, el l’altro poco avanti, ma soliti» visitai el reverendissimo Osma, con il qual ragionando et con monsignor de Granvella, disse la intentiou de I Diarti di M. Sanuto. — Tom- LV1II. 226 Cesare è che lutto cl mondo intenda desiderar la pace et quiete de Italia duri, né darà orechie ad alcuno che sia per dislurlwrla, cl è mollo contenta di la Signoria, el lui lo sa per esser stalo suo confessor. Mi dimandò poi se havea nulla de novo dii Turco. Li dissi : li avisi di 11 fevrer che comunicai in Alexandria a Cesire, disse uno homo dii Turco è andato al re di ltomani, el quelli di Coron mandano a dir quela lerra esser fortissima el uon è da dubitar cl fanno danno da la via di Urrà a Turchi, el che ’I Turco sarà costretto a lenir 14 milia cavalli con uno bassà suo cugnato per guardia de quelli contorni do Ungheria. Disse non liaver nulla. Questa Maestà ha dalo Iteri l'ordine dii Toson al signor duca di Calabria contestabile di Castighi, conto de Miranda. Il marchese dii Guasto ritorna in Italia con le galee, il signor Andrea Doria partirà fin do zorni. Dii ditto, di 7. lo solo con quel di Ferara oratori siamo, perchè quel do Anglia vene per terra, cl zonse avanti eri qui. Quel dii re Christiauissiino etiam vene per terra et starà do inexi in Pranza. Quel de Milan sarà per il futuro mese, Manina, Siena, nè Luca, nè Genoa non comparano. Quel dii Papa non se intendo quando ventri. Siclié scrivo 0 per via di Roma overo de Milan. De qui se atende a far giostre el feste, quale si faranno di breve, si che questi tempi é felici, che prego Dio che conservi per molli anni. È giorni 20 che de qui non fa altro die piover, cosa rarissima in Catalogna, ma la pio» ha donalo la vita a tulli questi popoli et pa< si, perchè niun voleva vender frumento né altra biava, et P annata dii fermento era persi so in olio giorni non fusse piovuto, ma piovo pur tropo. Qui alorno questa città le biave sono bollissimo. Li fanti die za 6 giorni forono cassi, di queli sopra le galie, ne passeno da zerca rinque cenlo, et de continuo è andato per la terra sonando p< r aver fanti et non ne ha po'ulo ha ver 100 bomeni, perché i non veleno andar per mar. Si dice li fanti venuti de Italia sono a Malica, Carlageuia el altri lochi, di quali sono reduli a meno de mille, perché tulli se parleno per andar a caxa loro, over altrove. Mo terzo zorno io visitai el comendador maior de Uon, qua) mi dele le lellerc di 12, venute per via de Roma, con le nove di Costantinopoli, qual ivitiie-diate li comunicai, perché Cesare sta relirato ludo il giorno con li soi. Disse soa signoria come questo instesso havia haulo dal secretano a Venezia ; poi disse de qui ora si parla di feste. Li dimandai la patente, per li biscoli di Sicilia, a le galìc de Fiandra 15 MDXXXIII, MAGGIO.