217 nDX.KXjii, legio, la bontà et sapienlia de la Cesarea Maestà. Poi continuò esso orator, a la secunda, che havendo essa M.iestà inteso quanto risonava de lo abocamenlo che se tratava per ilover succeder fra la Santità dii Pontefice et il re Christianissimo, li havia coraesso che’I dicesse a Sua Serenità tal cosa non piacerli, parendoli dal convenir bora di questi doi principi non poter provenir cosa che convegni a la quiete el pace che Sua Maestà desidera et ha lassato in Italia, et che perciò a quela parea bene che per Sua Serenità et altri amici se facesse quel'officio con el Pontefice che si conviene per remover la disposi-tion de questa cosa et che non havesse ad seguir. Et (tessendoli dito che zio tornerà molto bene, quando questa intentione de la Cesarea Maestà fusse fatta intender al Pontefice, disse l’orator che era ben sla dato, in questo proposito, ordine a li oratori cesarei in Roma. Continuando disse che quanto a le cosse che in ditto convento si havesseno ad trattare, si dicea per causa di le cose luterane el de infideli, ma che queste cose li pareano collere, el che in verità non potesse da tal convento et trattatione di esso venir cosa bona. Fu per il Serenissimo Principe con accomodate parole et riverente rese a la Cesarea Maestà gratie, di la amorevole et confidente comunicatione, laudando il sapientissimo discorso el oplima voluntà ili Sua Maestà tendente al bene, quiete el tranquilità de Italia, con agionger di non si baver a mancar da quelli convenienti offici che si possa, affino del voluto effetto predilo. Poi disse esso orator che ha* vendo la Cesarea Maestà inteso che doi oratori per lo illustrissimo signor duca di Milano si do-veauo conferir ad quela per pigliar bon assettamento di tulle le cose de la excellentia sua, ne haveva sentito molto apiacer, desiderando quelle ben adatar et poner in quelo Stato. Replicò quanto ettam havea per precedente letere havuto, le galie, exceto le 15 dii Doria, con el resto di l’armata et bon numero de fanti mandale a le marine di P Africa, et che a la corte .li Sua Maestà erano gionti oratori dii re di Trcinisscn et altri a quel regno convicini a dimandar armata in loro favore, a li quali era sta per quela risposto che non si poiria per adesso a non far zio in tempo, ma promettendoli di satisfarli per la primavera dii venturo anno. Aggionse ancora il prefato orator che il * Doria con le galie sue era levalo da Genoa per conferirse a la cosla di Napoli et in Sicilia, el clic una galla ben ad ordine, sopra la quale era don Cristoforin Doria era posta in camino per penetrar uaooio. 2|g lino a Coron a confortar queli sono a quela «illesa et veder quali siano li bisogni loro, per lame fur la necessaria provisione. Et da poi expedito alcune erse particular, fu per il Serenissimo Principe ad esso orator fatta la risposta circa le cose di Mou-ferato, deliberata terzo giorno nu P Excellentissuno Senato, di la qual el dimostrò rimaner satisfate, el rizercò solamente che si facesse una risposta a le lettere credential dii signor Antonio da Leva. Al clic li fu diio clic cussi se faria. Da Milan, di l'orator liaxadona, di 21 Mazo, ricevute a dì 25. Sono venute lettere di Cesare di Barcelona, di 12 de l'instante, al signor Antonio da Leva et al reverendo protonotario Caratilo, portate per uno .venuto a posta. Eliam è ritornà el messo dii marchese di Saluzo, che andò a Soa Maestà, non si sa ancora la cuntiiieulia de le lettere al Leva, ma quele al Cartolo scrive se fazi lutto per non venir a le arme, per voler conservar la pace el quiete do Italia, et a questo fazino tutto, siché non voi se manizi arme, tic. el voi Soa Maestà udire lutti et fare iuslilia, uè mancará ad alcuno. Il Leva starà ili Alexandria el diman va a trovarlo el protonotario Carazolo. Zerca lo abocamenlo dii Papa col re Chrisliauis* simo, Soa Maestà ha fallo asaper al Pontefice quel- lo importa tal viagio et uuioii, et che Soa Salitila faza quello li par el meglio. Et diio prulonotario dice clic ’I non sa se 'I dito abocamenlo seguirà. De sguizari sono lettere di 12; stanno pacifici ha-vendo cesso Zurich a li mandati fatti di aspelar quello si terminerà in la dieia, qual si farà a la fin di questo, aziò bernesi fazino loro il simile, et si lien che i farano come queli de Zurich. Et che si aspettava in quella nalion uno oralor dii re Christianissimo con danari. Di Pranza, dii Juslinian orator nostro, di 29 Aprii, date a Zian, loco fo dii duca di Borbon, et ricevute a dì 2G Mazo, la ma lina. Scrive colloqui bauli con lo illustrissimo gran mai-stro venuto in questa città, come il re mandava uno allro zentilomo in Anglia el Scozia, olirà Bea-voys, il qual parli da Hens, erede se farà una Irieva Ira loro re per uno anno, |>cr poler in questo lempo (rallar la paxe. Poi disse la duchessa di Savoia enguata di Cesare, perchè il mar uon li comportava, smonloe di P armala et voleva andar per terra, et havia mandato dal re Christianissimo per baver uno salvocondulo, qual P ha auto immediate, et ha pari tirilo uno liol. Io intesi dal conte da Nuvolara che il conte di Tenda gover-