PARTE QUARTA 215 tal tenore in sua presenza mi fu presentato, e che sarà fra le mie scritture tedesche in Bologna. Subito di poi promossi il mio sargente Bahlobiz al posto di tenente colonnello e l'altro lo provvidi del conte Valvasoni raccomandatomi, benché nel mio reggimento mai avesse servito. Pensò la corte alla proposizione di demolire alcune piazze dell’Ungheria, per risparmiare il peso delle guarnigioni, e in una conferenza fui chiamato. Ed al sentire così nuova e strana proposizione, nella cognizione che avevo del paese, della stabilita ribellione fra gli ungari e che il primo nell’anno precedente restò fra me morto e fece il paragone dello stato di Spagna, che preparò quelTempio re a comodo de’ mori, che poi l’invasero e soggiogorono, mi scusai col dire che non ero preparato per così vasta materia, e che, per un’altra sessione, quando mi avessero chiamato, che meglio avrei parlato; ma che vedevo solo che questa proposizione sarebbe stata più opportuna, quando prima le cinque piazze da me progettate nella linea delli limiti fossero prima state fatte. Questa condizione la posi in tavola, per scarico di coscienza e per dar motivo che più non mi chiamassero, come anche fecero. E il successo ha poi mostrato se bene, o male consigliavo. Ebbi l’ordine di aumentare di quattro nuove compagnie il reggimento, che sino allora era stato di dodici, e di più ancora di una di granatieri, che tutte assieme ascendevano al numero di diecisette. Questo aumento mi diede motivo di consultare più vecchi ufflziali del reggimento, con l’avanzarli per una universale promozione nel medesimo. Da questo istesso tempo fu trovato a proposito che il mio nuovo tenente colonnello si stabilisse a Seghedino per comandante perpetuo, col titolo e soldo di colonnello; e di nuovo vacò la tenenza colonnella, per la quale vi fu una infinità di concorrenti, anche con valide raccomandazioni del re de’ romani per intrighi di dame, che sino ad 8 mila fiorini esibirono per un certo uno. Ma considerando sempre il meglior servizio di sua maestà cesarea, scielsi il Toldo, sargente maggiore del reggimento Jaun, il vecchio ed il più anziano di tutti gli altri suoi camerata e che aveva sostenuta una lunga prigionia nelle