PARTE TERZA 137 sultano, ch’era Solimano (principe d’un aspetto il più magnifico e bello, che mai a persona regia donò natura), travagliato dall’idropisia ; e perciò, stando in letto, faceasi condurre sovra d’un carro, dalle milizie scortato e dalli suoi ministri, con musiche e cerimonie, secondo l’uso proprio. In altro carro di panno rosso coperto, lo seguiva sultán Mehmet, suo fratello e nell’imperio deposto predecessore, da buon numero di giannizzeri guardato. Andò il gran signore all’imperial suo palagio ed il gran vesiro alle propie tende, piantate vicino alla città, nel campo dell’ esercito. Non erasi in questo mentre perduto il tempo, ma si era fatto ogni preparamento per l’udienza del vesir medesimo ed a questo fine si erano fatte a Costantinopoli più spedizioni al cavaliere Trumbal, ambasciadore d’Inghilterra, ed a Giacomo Coliers, ambasciadore d’Olanda, che doveano darci tutte le infox-ma-zioni e notizie di quanto avevano essi antecedentemente trattato per la pace medesima. Ed ancor io scrissi all’uno ed all’altro lettere di complimento (queste lettere etc. ci sono). Il gran vesiro, di nome Mustafà, e fratello e figlio rispettivamente degli altri due gran vesiri Chiuperly, altrettanto meschino di persona e di voce, che gonfio di superbia per l’acquisto di Belgrado fatto nell’anno precedente, risolvetesi di chiamar col dovuto decoro l’ambasciador d’Inghilterra sotto il padiglione; nè questi fu negligente a portarvisi col solito cerimoniale. Uscito egli poco dopo della sua ritirata, sentì con molt’at-tenzione li consigli di pace, eh’ in nome del suo re li dava l’ambasciadore ; e gradì assai l’esibizione che li iacea dell’opera del medesimo, il quale unitamente con gli stati d’Olanda avrebbe procurata la quiete d’amendue gl’ imperii. Ma rispose che non potea meglio trattarsi la pace, che nella campagna, verso la quale con un poderoso esercito egli poneasi in marcia, e che ivi, secondo le condizioni, si sarebbono potute prendere più giuste misure. L’ambasciadore ciò inteso, domandò permessione di spedir in posta a Vienna me, suo segretario, per potere correlativamente ordinar nel campo cesareo le disposizioni necessarie, con