170 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI trete qui attendere, chè in tal tempo le acque saranno diminuite. E volendo il passaggio e non convenendo questa dilazione e non essendovi altro sito più facile di questo, conviene dunque di cominciare l’opera a Wilismardon; dove prometto l’esito in otto giorni, quando non sii abbandonato del necessario » (che con la spedizione de’ corrieri frettolosamente per il Danubio discese). Per questo sì gran passaggio, che consisteva in ponti, in argini di terra e fascine, alla lunghezza di una lega, giunse il generale Aisler che, maravigliatosi di così vasta e presta fabbrica, ordinò per esso la marcia dell’esercito, che a Colut, alla parte opposta, pose il campo. Dove, benché non arrivato il duca di Croi, dichiarato supremo comandante dell’esercito, fu tenuto un consiglio di guerra e risolto di avanzare verso Peter Varadino, ed in istesso tempo aprirsi la comunicazione con la Transilvania, a traverso del Tibisco, longo il Marusio; dove le acque erano anco maggiori che al Danubio. E per l’esecuzione di questa necessità fui spedito a Seghedino, dove, trovando difficoltà maggiore che al Danubio, scielsi il sito di Klaim Ca-nisa, più basso di Seghedino, per poi al Marusio drizzare a Chia-nad la marcia, alzando ivi forni per il pane e disponendoli un picciolo trinceramento. Superata anche questa difficoltà fatta dalla naturale situazione delle paludi ed accidentali inondazioni, fui obbligato di stabilire dal passaggio di Klaim Canisa sul Tibisco una diretta marcia a Peter Varadino per la pianura di Bagka, che per otto anni era stata incolta e tutta piena di tante erbe che non lasciavano picciole vestigie di strade, nè modo di traversarle, nè a piedi nè a cavallo, oltre le tante paludi che dal Tibisco sortivano, internandosi nella pianura in forma di gran fossi. E fui in obbligo di spedire all’armata capitale, con l’avviso che il ponte sul Tibisco a nulla serviva per la comunicazione con Peter Varadino, se li non credibili boschi di grand’erbe cresciute nelle strade non si tagliavano e li molti ponti, necessari su le paludi che entravano nel mediterraneo della pianura, non si facevano. Questa non prima conosciuta difficoltà sorprese il generale Aisler, che fu obbligato a mandarmi truppe e guasta-