60 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI ¡rione. Dopo quest'atto, immediatamente mi abbracciò, mi baciò (come fecero tutti gli altri della sua famiglia) e preparò una cena, giusta la sua povertà, permettendomi di sedere appresso di sè sopra di un coscino. Il contento, il timore e la debolezza non mi lasciavano luogo di mangiare. E dopo di essere così stato due ore, preparatosi per me un cavallo, nella scurità della notte lasciai col Saban quella casa che fu un purgatorio della mia vita, E continuando il viaggio giunsi in due notti a Studenza, dalla quale in altre due (passando a vista del castello di Dovaria) mi resi per asprissime strade a Magasca, guidato da due morlacchi ; li quali mi condussero alla casa di Marco Bassi, e propriamente ad un affumicato camino, dove mi furon date alcune sardelle ed un boccale di vino: liquore di cui tanto tempo ero stato digiuno. Buttatomi poi sopra di alcuni legni da fuoco, caddi in un profondissimo sonno e non ne fui ritolto se non allo spuntar del giorno dagli abbracciamenti dell’amico del Mozato e del padre guardiano de’ francescani di Magasca; ond’io per il sonno e per la debolezza quasi stupido non sapevo conoscere se vegliavo o pur sognavo, o se fossi libero o ancor tra le catene. Mi portarono costoro di peso al convento de’ francescani, dove erano preparati vestiti, biancherie, letto morbidissimo ed acqua calda per lavarmi: mutazione che mi richiamò dalla morte alla vita e che, tenendomi per tre giorni continui quasi delirante, mi pose in una grande inqnietitadine ed appetenza di voler mangiare tutto quello che mi rappresentava il gusto nell’idea: non dubitando che si potesse soffrire un’altra miserabile schiavitudine per riavere quel giubilo cordiale che dava il piacer della libertà. Mi condussero poi a Spalatro per mare; ed approdandovi la nave, fu sì grande il concorso del popolo, che restò, come credo, vuota tutta la città d’abitatori; li quali con la voce e con le mani ringraziavano Iddio per la mia libertà. Erano in tal tempo capitati da Venezia gli ordini che potessero i morlacchi sicuramente agire contra i turchi e che il doganiere de’ turchi medesimi, dimorante a Spalatro, fusse stato condotto fuora de’ contini: come segni due giorni dopo