66 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI una sortita vigorosa, che quella brava guarnigione non avrebbe lasciato di fare, per liberarsi dal pericolo di perire per mancanza dell’acqua medesima. L’attacco del castello avea il debole d’una poca fronte, per resistere alla maggiore della nostra oppugnazione, secondata dalla montagna di San Gherardo. Il trincieramento del campo, che dovea occupar tutte le prossime eminenze, era d’una vasta estenzione rispetto all’esercito diminuito, come ho detto, non ostante il soccorso del duca di Baviera. Si venne però all’esecuzione di tutto, sùbito che giunse l’elettor suddetto di Baviera; il quale con ogni vigore principiò l’attacco del castello. Io, nel miglior mollo che mi fu possibile, diedi la mano al trincieramento. Ma non lasciava il seraschiere di angustiare il campo con impedir li foraggi, con tenere in allarma continua l’esercito e con mostrarsi ogni giorno tanto a noi quanto alla piazza assediata, facendo giornalmente sortite generali, che piuttosto sembravano battaglie. E la suddetta tagliata fece pur troppo il suo effetto, privando dell’acqua, con gran perdita di gente. Infine con un indicevole rigore molti mila turchi, distaccatisi dal campo del seraschiere, per una via fatta dalla natura giù per la valle detta di San Paolo, calpestarono la gente che guardava la circonvallazione ed entrarono nella piazza. La quale, sì per questo aiuto, come per la stagione avanzata e per la diminuzione del nostro esercito, poco rispettava i nostri lavori; il buon fine de’ quali, per tante a noi contrarie circostanze, non molto speravasi. Oltr’a ciò si avanzavano i disgusti fra il duca ed il conte di Stahremberg, e le malattie peggioravano in qualità eontag-giose. Ed essendone ancor io per mia disgrazia infetto, fui obbligato a chieder licenza per Vienna; che datami, là per le poste mi resi, nel tempo che il marchese di Baden era stato comandato da sua maestà cesarea di portarsi personalmente all’esercito per consultar sopra quell’assedio. Di cui volendo aver da me questo ministro continue informazioni, non solamente fui costretto a starli sempre appresso, ma a riportarmi seco a Buda, come seguì, avendo già riacquistata la salute col benefizio dell’ aria.